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Pochesci: "A Carpi sono separato in casa, per il futuro devo ancora decidere"
"Una cosa è certa, se facciamo i playoff siamo una mina vagante che fa paura a tutti. Di solito ci sono anche i miracoli, questo però sarebbe un miracolo troppo esagerato. Ho già salvato il Carpi due volte, la prima alla partenza e poi dopo il ritorno dall'esonero. Noi a Carpi abbiamo la Cattedrale e non la Chiesa come Garcia, abbiamo messo la Cattedrale al centro della piazza": così, ai microfoni di tuttoc.com, il tecnico del Carpi Sandro Pochesci.
Che ha poi parlato anche del futuro: "Sono una persona libera, ho un altro anno di contratto. Da parte mia devo ancora decidere, ho detto di essere un separato in casa e ci siamo riavvicinati per la squadra. C'è da parlare, i matrimoni si fanno in due. Questo sarà l'ultimo anno dove farò un contratto pluriennale, vorrei cambiare le regole perché servono contratti a prestazione o a obiettivo. Il calcio deve essere fatto da obiettivi e chi sbaglia deve pagare, anche all'interno della società. Quest'anno ci sono stati anche casi di allenatori esonerati con il Covid, la nostra categoria dovrebbe essere più tutelati. Anche noi abbiamo una dignità e certe volte non ci trattano come dovrebbero. Io comunque ringrazierò sempre il presidente del Carpi che mi ha scelto ma per noi l'esonero è come un lutto, bisogna capire che è difficile stare in panchina ed è un lavoro che invecchia".
Che ha poi parlato anche del futuro: "Sono una persona libera, ho un altro anno di contratto. Da parte mia devo ancora decidere, ho detto di essere un separato in casa e ci siamo riavvicinati per la squadra. C'è da parlare, i matrimoni si fanno in due. Questo sarà l'ultimo anno dove farò un contratto pluriennale, vorrei cambiare le regole perché servono contratti a prestazione o a obiettivo. Il calcio deve essere fatto da obiettivi e chi sbaglia deve pagare, anche all'interno della società. Quest'anno ci sono stati anche casi di allenatori esonerati con il Covid, la nostra categoria dovrebbe essere più tutelati. Anche noi abbiamo una dignità e certe volte non ci trattano come dovrebbero. Io comunque ringrazierò sempre il presidente del Carpi che mi ha scelto ma per noi l'esonero è come un lutto, bisogna capire che è difficile stare in panchina ed è un lavoro che invecchia".
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