
Pro Vercelli, il presidente Deléchat: "Il Como ci ispira. Vogliamo tornare dove ci compete"
“Una Pro Vercelli giovane, radicata e ambiziosa”. È l’annuncio di Ludovic Deléchat, presidente del club piemontese, sesto in classifica in Serie C Girone A. Avvocato, svizzero, è anche il CEO del Bridge Football Club, gruppo che può annoverare anche il Den Bosch in Olanda. “Siamo internazionali ma vogliamo rispettare quello che è il luogo che ci ospita. Abbiamo solo quattro o cinque stranieri ed è la nostra filosofia, vogliamo lavorare con il territorio. Servono giocatori locali, italiani, quando siamo arrivati al Den Bosch, l’anno scorso, abbiamo cambiato direttore e allenatore stranieri per mettere olandesi. L’85% dei nostri calciatori è olandese, in Italia è la stessa cosa”.
Come sono stati i primi mesi?
“Molto impegnativi, ovviamente. Lo sapevamo, siamo entrati un po’ tardi, a fine maggio, abbiamo dovuto iscriverci che non era scontato vista la situazione, sistemare un paio di cose della gestione precedente. Poi il calciomercato: vogliamo sviluppare i talenti e ce n’erano già diversi in Primavera, a cui abbiamo deciso di dare fiducia. Come i gemelli Sow, come Burruano, come Ronchi, come Tarantola. Sono giocatori interessanti che hanno ricevuto un primo contratto professionistico”.
Che difficoltà avete incontrato?
“Il problema principale è la parte debitoria, ma lo sapevamo. Abbiamo ripreso una situazione delicata, la stiamo gestendo bene, fatto grandi sforzi economici e di tempo su questa parte. Abbiamo dovuto fare tutto velocemente, c’è stata l’iscrizione, diverse scadenze. Fare tutto in due o tre settimane è stato molto impegnativo”.
E ora?
“Stiamo organizzandoci per professionalizzare tutti i reparti al di fuori dal campo”.
Come è questo primo scorcio di campionato?
“Abbiamo una squadra molto giovane, nelle prime sette abbiamo fatto più minutaggio di tutta la Serie C. Non è che lo facciamo tanto per farlo, la visione è di avere una squadra giovane. Per questo siamo felici dell’avvio di stagione con la qualificazione in Coppa Italia di Serie C. A Trento abbiamo perso uno a zero, ma siamo positivi”.
Quali sono gli obiettivi a medio termine?
“Il progetto è a lungo termine, però è vero che dobbiamo valutare su un triennale. Questo è l’anno zero, abbiamo ripreso una gestione difficile e stiamo costruendo tutto. Ci sono le basi per il progetto sia dalla parte tecnica che organizzazione e struttura della società. L’idea è quella di fare una stagione dignitosa, se arriviamo ai playoff anche meglio, sfruttando i giovani che abbiamo e giocando un calcio propositivo. Sul lungo la Pro deve tornare dove gli compete, la Serie B. Sempre con giocatori giovani”.
Insomma, come il Como?
“Ci ha ispirato, però siamo una proprietà diversa. È un progetto che ha impiegato anni per raggiungere questa dimensione. Vogliamo un gioco propositivo attraverso i giovani”.
Come siete messi con lo stadio?
“Stiamo parlando - anche in prima persona - con il sindaco, con la municipalità, ho avuto diversi appuntamenti con loro perché ovviamente lo sviluppo delle infrastrutture è fondamentale. Lo stadio è bellino per la Serie C, potremmo usarlo anche in B. Ma stiamo provando ad avere un accordo pluriennale, perché abbiamo un anno solo di concessione, per potere investire. Vogliamo sviluppare le infrastrutture, dare un mini centro sportivo che è un qualcosa importante, c’è mancanza di campi in generale. 5500 persona, ma la media è di 1000: abbiamo avuto il record di abbonamenti, più di 800… È dai tempi della Serie B che non se ne fanno così tanti. Dimostra fiducia nel nostro progetto appena iniziato e ringrazio i tifosi che ci seguono. Sono importanti”.
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