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Bisoli analizza i tre gironi: “Vicenza irraggiungibile, Cosenza da promozione”TUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 19:49Serie C
di Luca Bargellini

Bisoli analizza i tre gironi: “Vicenza irraggiungibile, Cosenza da promozione”

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Fra i più esperti allenatori del panorama calcistico italiano, Pierpaolo Bisoli, ha analizzato i temi della 17ª giornata del campionato di Serie C andata in archivio questo pomeriggio attraverso i microfoni di TMW Radio. Ecco quanto dichiarato nel corso di 'A Tutta C': Mister Bisoli, buonasera. Come sottolineava Matteo Ferri di TuttoC, per le inseguitrici il pareggio del Vicenza a Novara sembra più una cattiva notizia che una buona. Se la squadra di Gallo non perde neppure partite come questa, i 10 punti di vantaggio sull’Entella e i 13 sul Brescia sembrano difficili da colmare. Condivide? "Assolutamente sì. Recuperare un distacco così importante sarà molto complicato. Non vedo il Vicenza perdere tre o quattro partite consecutive, mentre le rivali dovrebbero vincerle tutte. La squadra ha già messo una forte ipoteca sul campionato: ci vorrebbe un tracollo, e non credo che accadrà. Conosco ambiente e allenatore. Mi era capitato qualcosa di simile col Padova: eravamo a +10 all’andata e molti dicevano che prima o poi avremmo mollato, invece siamo arrivati fino in fondo". Restiamo Nel girone A. Il Brescia arriva da cinque giornate senza vittorie e dopo il trasloco da Salò al Rigamonti sembrava aver assorbito bene il cambio di contesto. È solo una normale flessione dopo mesi intensi? "Giocare a Brescia è molto diverso: c’è pressione, c’è una tifoseria abituata a categorie importanti. All’inizio c’era entusiasmo, poi il peso delle aspettative si è fatto sentire, anche perché davanti c’è una squadra – il Vicenza – che sta viaggiando forte. Alle prime difficoltà sembra crollare tutto. Il progetto però è chiaro: riportare il Brescia dove merita, almeno in Serie B. Ma quest’anno la rincorsa è complicata: 13 punti sono tanti". Passiamo al Girone B. Il derby umbro ha visto la Ternana battere il Perugia, che è già al terzo allenatore stagionale. Dopo la vittoria con la Vis Pesaro sono arrivate due sconfitte e il calendario propone ora Campobasso e Forlì. Che sensazioni le dà la stagione del Perugia? Il mercato di gennaio può incidere? "Il mercato di gennaio è sempre insidioso: inserire molti giocatori non è semplice. Perugia è una piazza che mette pressione e quest’anno è partita per un campionato di vertice ritrovandosi invece in difficoltà, anche a causa di una classifica alterata dai problemi del Rimini. La Serie C dovrebbe interrogarsi su questo. Detto ciò, il Perugia deve pensare innanzitutto a raggiungere i playout. Serve una scelta netta: puntare su un blocco di giocatori e dare continuità. Ho visto la gara con la Ternana: non meritavano di perdere, il pareggio sarebbe stato più giusto. Ma ci sono annate complicate, in cui devi saper attraversare le difficoltà mantenendo l’obiettivo della salvezza e poi ricostruire. Se devo dare un consiglio a Giovanni Tedesco: individuare un gruppo di 18 giocatori e andare avanti con quelli. Il mercato aiuta solo se prendi elementi davvero fuori categoria, da Serie B". Nel Girone C, il Catania è primo ma Benevento, Salernitana e Cosenza sono tutte vicinissime. Il Cosenza, dopo un’estate complessa e il cambio in panchina, sembra oggi avere identità e struttura. Possono lottare per la promozione diretta? "Sì, possono. Conosco bene l’ambiente: quando la piazza si compatta con la squadra, il “Marulla” diventa un fortino. Giocare davanti a 10-11 mila tifosi può diventare un fattore enorme. La squadra è forte: ha mantenuto molti elementi della Serie B e conosco bene alcuni giocatori – Florenzi, Mazzocchi, Dorazio – che in C possono fare la differenza. In generale Catania, Benevento, Salernitana e Cosenza sono le quattro corazzate. A decidere saranno continuità, condizione fisica, pochi infortuni e il livello di entusiasmo a marzo". Siamo a due giornate dal giro di boa: che idea si è fatto della FVS, la sperimentazione tecnologica introdotta in Serie C? "Mi sembra una versione ridotta del VAR. Quante volte un arbitro cambia decisione dopo il richiamo? Pochissime. Sarebbe come smentire se stesso. O si introduce un VAR vero, come in A e in B, o il rischio è che serva a poco. Gli arbitri, se sono professionisti, dovrebbero avere gli stessi strumenti dei colleghi delle categorie superiori. Capisco i limiti tecnici: la FVS utilizza solo le telecamere della diretta, mentre il VAR ne ha molte di più. La Serie C oggi non può permettersi quell’infrastruttura. E allora forse sarebbe meglio tornare a un calcio in cui si accetta l’errore arbitrale, che prima o poi si compensa. La Serie C è un campionato formativo per calciatori e allenatori: va tutelato. Meno tecnologia che non funziona davvero e più investimento sulla qualità del lavoro in campo. Ho visto richiamare gli arbitri molte volte e non ricordo quasi mai una decisione cambiata. Sarà interessante leggere il report della Lega Pro a fine girone d’andata".