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Martone: "Pescara più pronto della Ternana. Serie C? Servono presidenti preparati"

Martone: "Pescara più pronto della Ternana. Serie C? Servono presidenti preparati"TUTTO mercato WEB
© foto di uff stampa imolese
ieri alle 16:04Serie C
di Luca Bargellini
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TMW Radio / A Tutta C
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Ospite dei microfoni di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C', Aniello Martone, direttore sportivo dalla lunga esperienza in Serie C ha analizzato i temi legato alle iscrizioni alla prossima stagione e alla finale dei playoff fra Pescara e Ternana. Ecco le sue parole:

Direttore, iniziamo dal tema della iscrizioni: quanta paura ha che ci siano altre esclusioni oltre a quella già certa della Lucchese?
"Le dico la verità: credo che, oltre alla Lucchese e forse alla Triestina, non ci saranno altri problemi. In molti club stanno cercando di sistemare la situazione sul campo, ma il vero nodo non sarà l’iscrizione, quanto piuttosto la gestione della stagione. Temo che per alcune squadre sarà un’annata complicata, simile a quella vissuta da Taranto e Torres. Quella è la vera preoccupazione".

Attualmente, però, ci portiamo dietro anche il nodo legato al Brescia. Tra sentenze della Corte d’Appello e giustizia ordinaria, è probabile che l’organico definitivo della Serie C lo conosceremo molto più avanti.
"Sì, questo è vero, ma da quando vivo il calcio mi sembra che ogni estate sia più o meno uguale. Non ricordo una stagione in cui si sia partiti tutti in regola. Ci sono sempre casi particolari, come quest’anno lo spareggio tra Salernitana e Sampdoria o la questione Brescia. Il 90% dei giochi però penso sia già fatto. Purtroppo sono cose che succedono solo in Italia, e ormai dobbiamo conviverci. Non credo che cambierà nulla, è diventata una nuova normalità".

Quindi, anche un’eventuale riforma del sistema calcistico rischia di non essere sembra risolutiva?
"Ogni anno si parla di riforme, ma poi non si fa mai nulla di drastico. Si cambia qualche piccola regola giusto per far vedere che qualcosa si muove. Io invece sono per una linea netta: o sì o no. Bisogna far capire ai presidenti che prima di entrare in questo mondo devono sapere cosa possono permettersi. Il problema parte dall’alto: il pesce puzza dalla testa. Sono i presidenti a dover dare indicazioni precise ai loro direttori sportivi. Servirebbe un corso anche per loro, come esistono per allenatori e direttori. Solo così si può gestire un club con competenza e continuità, evitando gli avventurieri che durano un anno e mezzo".

Secondo lei, quindi, il problema della Serie C non è solo nel numero troppo elevato di squadre?
"Ridurre le squadre sarebbe un primo passo importante. Due gironi da 20 squadre sarebbero più gestibili e garantirebbero maggiori risorse economiche a chi rimane. Così resterebbero solo club solidi, con presidenti seri. Il problema è che oggi in C arrivano anche società che vincono la D e poi non sanno in che realtà si sono infilate. Poi c’è il tema della funzione della Serie C: vogliamo che sia una categoria per giovani o una per fare calcio da Serie A? Se è la seconda, non ce lo possiamo permettere. Tolte 3-4 squadre, tutte le altre vivono di minutaggio. Il livello è più simile a una Primavera 1 che a una categoria professionistica vera e propria".

Con questa logica, si perde anche la competitività.
"Esatto. Solo 3-4 squadre provano a vincere, le altre lottano per salvarsi. Il campionato ne risente in spettacolo e credibilità. In Serie A o B fallisce un club ogni dieci anni, in C succede ogni stagione. È un altro mondo, anche per la cultura e l’approccio dei presidenti.

Parliamo finalmente di campo. Sabato si gioca il ritorno della finale playoff tra Pescara e Ternana. Si riparte dall’1-0 conquistato dagli abruzzesi all’andata. Quanto può pesare questo vantaggio?
"Credo che sia una finale meritata da entrambe. La Ternana ha qualcosa in più come blasone, ma il Pescara sta vivendo l’annata giusta. Lo sa Baldini, lo sa la società. Quel gol dell’andata, tra un po’ di fortuna e l’espulsione della Ternana, ha spostato il 70-80% delle chance di promozione dalla parte del Pescara.
Credo che il Pescara abbia qualcosa in più anche nella gestione societaria. Sebastiani e il ds Foggia hanno più esperienza, e questo si è visto. La Ternana ha un presidente nuovo, che ha fatto una scelta ambiziosa con Liverani, ma è mancata l’esperienza nella gestione delle difficoltà".

Ha fatto riferimento al “fattore Baldini”. In effetti, il Pescara ha vissuto una stagione strana, fatta di alti e bassi, ma è sembrato ritrovarsi proprio nel momento più importante.
"Sì, e lì va dato merito a Baldini ma anche a Sebastiani e Foggia, che hanno continuato a dargli fiducia. Hanno fatto quadrato, non l’hanno mai messo in discussione e si sono aggrappati alle sue idee. Questo ha fatto la differenza. La squadra ha seguito quella linea e si è unita. A differenza della Ternana, dove l’arrivo di Liverani è stato importante ma non è bastato a creare lo stesso tipo di solidità. Letizia poi ha cambiato gli equilibri: è stata la vera sorpresa".

E Sebastiani potrebbe essere all’ultima da unico proprietario del Pescara, con Verratti pronto a entrare in società
"Penso che Sebastiani, anche con l’ingresso di Verratti, resterà comunque legato al Pescara. Lo conosco da anni, è troppo innamorato del club per lasciarlo davvero. Soprattutto se si torna in B, che è il palcoscenico che gli compete. Magari cambieranno alcune cose nell’organigramma, ma penso che lui e Foggia resteranno".

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