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TUTTO mercato WEBNel mondo di De Leo: "Ecco la più grande lezione ricevuta da Sinisa in 10 anni". Ora è CT a Malta
Dieci anni da vice allenatore di Sinisa Mihajlovic. Da inizio 2025 la prima grande avventura da commissario tecnico della nazionale maltese e un mestiere tatuato sulla pelle da quando di anni ne aveva poco più di 20. Emilio De Leo non è allenatore che nel corso della sua carriera ha cercato scorciatoie né ha avuto la strada spianata. "Dopo i primi successi con le giovanili della Cavese ho raccolto articoli e analisi e ho cominciato a spedire tutto alle società di cui avevo il contatto. Agli allenatori che conoscevo. Così mi nota Fausto Salsano, ai tempi nello staff di Roberto Mancini all'Inter". Quello però non è l'inizio perché De Leo, oggi CT, già da qualche anno aveva chiaro in mente il suo lavoro: "Nella stagione 2006/07 vinsi lo Scudetto Allievi Serie C con la Cavese. Avevo 28 anni, vinsi il premio come miglior allenatore della categoria, mentre quello come miglior tecnico degli Allievi Nazionali Serie A andò a Stramaccioni. Fummo tutti premiati a San Severino Marche, fu la prima pubblicità utile per iniziare davvero questo lavoro".  
All'inizio dove non arrivava il tuo lavoro arrivavano i tuoi articoli
"Siamo nell'epoca in cui la match-analysis non era strutturata come oggi, siamo agli albori di questo lavoro. Pubblicavo su diversi siti specializzati come 'Allenatore.net': report sullo studio degli avversari, sulle metodologie di lavoro"
Articoli che vengono notati da Salsano
"Io ero alla Cavese, lui è di Cava dei Tirreni. Mi contatta e da lì vado a Parma dove viveva per iniziare a collaborare. In quel momento Mihajlovic era il vice di Mancini e Salsano nel suo staff". 
Poi Salsano va con Mancini al City, ma Sinisa non lo segue
"E io seguo Salsano, ma sempre per collaborazioni saltuarie. Tre diverse esperienze a Manchester per collaborare e imparare da quello staff". 
Come nasce il contatto con Mihajlovic?
"Sinisa si era staccato da loro, ebbe la prima chiamata del Bologna nella stagione 2008/09. Mi chiamò Fausto dicendomi che Mihajlovic doveva iniziare ad allenare e mi chiese se potevo dargli una mano a distanza. Io allenavo la Beretti della Nocerina e accettai il lavoro. Studiavo gli avversari, studiavo gli allenamenti e mandavo tutto al preparatore atletico di Sinisa. O a Fausto che intanto era a Manchester: un lavoro a sei mani. Ma con lui ancora nessun contatto diretto"
E poi? 
"Poi ci allontaniamo. Sinisa va a Catania e successivamente alla Fiorentina, mentre io proseguo il mio percorso. A Firenze però viene esonerato e dopo quell'avventura non riparte immediatamente. Resta fuori per diversi mesi. Marcolin nel frattempo lascia il suo staff e lui per la prima volta mi contatta direttamente per dirmi che aveva chiuso l'esperienza col suo vice e cercava un collaboratore. A quel punto iniziamo a lavorare insieme, vado da lui a Roma e mi commissiona dei lavori. Mi mise un po' alla prova fin quando a maggio 2012 inizia l'avventura da CT della Serbia. Questa volta mi chiede ufficialmente di essere il suo vice, iniziammo con delle amichevoli con la Nazionale: Francia, Spagna e Svezia e poi iniziarono le qualificazioni Mondiali". 
Resti il vice di Mihajlovic per dieci stagioni
"Il rapporto e la relazione con Sinisa rappresentano un qualcosa di forte e di solido. Pieno di aspettative, di prove. Non esistevano ferie, giorni liberi. Esisteva sempre l'autocritica e il mettersi in discussione, cose che mi hanno formato in una maniera incredibile. Ci siamo trovati perché eravamo abbastanza simili, siamo sempre stati molto autocritici. Mihajlovic non si nascondeva mai, si metteva sempre alla prova con ostinazione. Anche un paio di giorni prima della sua scomparsa quando volle comunque concludere la sua corsa quotidiana. Ci sono tanti esempi che valgono più di mille parole".
Esempi su cui immagino non sia semplice tornare 
"Tante volte mi son detto che questo è un argomento da maneggiare con cura, ma queste tematiche vanno snocciolate. Dobbiamo tramandare certi messaggi, abbiamo il dovere di farlo. Quando di fronte mi trovo persone con la cultura imperante degli alibi e delle ipocrisie sbatto la testa e dico che non posso fargliela passare liscia per rispetto a Sinisa. Per ciò che mi ha trasmesso e insegnato. Non ci sono mai stati alibi nel suo percorso. Come a La Spezia, l'ultima partita da allenatore..."
Cosa accadde?
"Le sue condizioni erano quelle che erano. Tutti lo sapevano, tutti apprezzavano la sua forza di volontà e lo omaggiavano. Fu così anche a La Spezia, passiamo sotto la curva e i tifosi di casa gli tributano un grande omaggio. Ma lui era concentrato solo sulla partita, mentre i tifosi lo applaudivano lui era con me e ci scervellavamo per capire cosa fare per vincere. Comportamenti come questo ti restano dentro, capisci?"
Qual è il più grande insegnamento ricevuto da Mihajlovic? 
"Che nella vita non avrai mai nulla da rimproverarti solo se avrai dato tutto di te stesso. Ha sempre guardato in faccia le difficoltà e non ha mai avuto paura di nulla, al di là dell'atteggiamento da duro che ha sempre ostentato. Nel concreto, nel momento più difficile della vita, non s'è mai tirato indietro. Fino alla fine ha dato l'anima per provare a vincere la sua battaglia, ci ha provato fino all'ultimo istante. Per me questo è il messaggio più importante: non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta. Ha sempre guardato negli occhi le sfide". 
Tutto questo in che modo ti porta oggi a interpretare il tuo lavoro?
"In un modo molto faticoso, devi rinunciare a tanto. Devi vivere di tensioni e solitudini. Ci sarebbe tanto da dire su un approccio del genere, però la sera sei in pace con te stesso. Sai di aver dato tutto ciò che potevi dare". 
Com'è iniziata la tua prima avventura da primo allenatore dopo la fine dell'esperienza con Mihajlovic?  
"Succede che a Malta chiusa la precedente gestione stavano facendo delle riflessioni sul profilo da cui di ripartire, gradivano un tecnico italiano e il presidente Bjorn Vassallo stava vagliando diversi profili. Poi confrontandosi con un po' di addetti ai lavori italiani tra cui persone di Coverciano è venuto fuori il mio nome. E io nel frattempo avevo concluso il percorso Uefa PRO dopo l'esperienza a Bologna". 
Una nuova ripartenza
"Vado sempre orgoglioso di tutto il percorso fatto. Nella sostanza sono 25 anni che faccio questo lavoro, ho allenato una decina d'anni prima di iniziare il rapporto con Sinisa, ma in contesti differenti e non in società professionistiche. Il lavoro con Mihajlovic è iniziato con la nazionale serba e poi s'è concluso dovendo gestire a Bologna anche responsabilità importanti. Situazioni dal carico emotivo altissimo. A Malta sono arrivato preparato". 
Come ti stai trovando?  
L'impatto  dal punto di vista organizzato e lavorativo è stato subito buono. C'è una bella organizzazione, ci sono strutture importanti e il nuovo centro tecnico è molto bello. E' un lavoro che va oltre la guida della prima squadra e ho potuto inserire diverse figure: Luca Pagani e Fabio Esposito sono i preparatori atletici, Andrea Spagnolo che era ai wolves è responsabile della forza e condizionamento. Fabio Cotugno è il preparatore dei portieri, Fabio Buzzanca il nutrizionista. Antonio Di Marino, Gabriele Tumino e Luigi Miccio i videoanalisti. Mirko Valdifiori è con me nello staff della nazionale maggiore insieme a Pietro Matafora e Ivan Woods".
Cosa hai portato di nuovo?
"Ho messo subito al centro la valorizzazione del talento. Anche a Malta è possibile avere dei giocatori di talento e qualità, anche a Malta si può esprimere un calcio piacevole, di buona qualità e anche moderno. Giochiamo 4-2-3-1 e abbiamo quattro attaccanti pronti via dal primo minuto, anche contro squadre come l'Olanda. Stiamo cercando di far diventare appetibile ciò che offriamo e questi calciatori ci stanno aiutando". 
E i risultati?
"Abbiamo ottenuto due pareggi contro la Lituania, una vittoria contro San Marino e fornito due buone prestazioni contro Finlandia e Polonia. Fino a questo momento i risultati ci stanno dando ragione". 
Quanto è importante trovare contesti competitivi per i calciatori?
"Fondamentale. Se i giocatori di talento riescono ad andare all'estero, a fare esperienze fuori, sicuramente quando tornano ci danno una spinta in più. Alex Satariano, un ragazzo che ha giocato anche al Frosinone da attaccante, oggi è un mediano fisico e strutturato. Gioca in Grecia ed è davvero un bel prospetto. Valdifiori ne aveva parlato con l'Empoli questa estate, poteva essere una buona soluzione per loro. Paul Mbong è andato in Serbia, al Cukaricki, e questa esperienza lo sta aiutando tanto. Recentemente quando è tornato sembrava un altro calciatore ed è oggi una certezza per noi. Ma di certezze ne ho tante: c'è il fratello Joseph che gioca nell'Hamrun Spartans insieme a Ryan Camenzuli. C'è in Italia, al Sorrento, il nostro centrale Kurt Shaw. Un calciatore di personalità ed esperienza così come Zach Muscat ed Enrico Pepe". 
Altri consigli per gli acquisti per la nostra Serie A?
"Ne posso dare diversi. Chouaref è un ottimo esterno d'attacco che gioca nel Sion, E' molto bravo anche Teuma che gioca al Reims. E poi Cardona, l'attaccante del Saint-Etienne. Lui da poco è con noi, forse più una seconda punta ma sta giocando da centravanti perché con gli attaccanti facciamo tanto movimento. Un buon attaccante e ha tanta esperienza. Tra i giovani cito Scicluna, un 2006 che ho fatto esordire in nazionale, ed Ewurum. Se trovano il contesto giusto possono fare un'ottima carriera così come altri due ragazzi che ho fatto esordire: Jake Azzopardi e Basil Tuma. Alle spalle del nostro portiere classe '98 Henry Bonello sta poi crescendo bene James Sissons, classe 2007".
Emilio De Leo alla fine dell'avventura a Malta sarà soddisfatto se...
"Ho dei risultati da raggiungere: il Ranking da migliorare, arrivare in Serie C di Nations League. Si lavora per quelli. Però personalmente sarò soddisfatto se riuscirò a coniugare i risultati con i miei valori. Sia quelli tecnico/tattici che quelli morali. Se riuscirò a far progredire la nazionale rispettando relazioni e valori umani, allora quando sarà conclusa questa avventura potrò dire di averla portare a termine al meglio". Sinisa Mihajlovic (ancora) insegna.
		
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