
Thauvin tradisce Udine: va al Lens. Un addio che fa male
Una trattativa portata avanti lontano dai riflettori, in gran segreto, sta per giungere al suo epilogo: Florian Thauvin è pronto dal diventare un nuovo giocatore del Lens. L’operazione, ormai chiusa sulla base di 8 milioni di euro, rappresenta una pugnalata per i tifosi friulani, che si vedono privati, all’improvviso, del proprio capitano e punto di riferimento. Una scelta che fa rumore, più per ciò che rappresenta che per ciò che realmente porta in dote.
Thauvin, che l’Udinese aveva trattenuto esercitando la clausola di rinnovo automatico, ha scelto di tornare in patria. Lo ha voluto con forza, nonostante le parole e i post social che raccontavano altro. La verità era un'altra: la voglia di rientrare in Francia covava da mesi, da quando a marzo aveva cambiato procuratore affidandosi alla potente agenzia Sport Cover di Meïssa N'diaye. Il lungo stop per fascite plantare – ufficialmente – lo ha tenuto fuori dal campo, ma in realtà lo ha progressivamente allontanato dal progetto Udinese. In ritiro non è mai stato davvero parte del gruppo: poco coinvolgimento, zero minuti, nessun entusiasmo.
Il paragone con chi ha fatto la storia a Udine è inevitabile e impietoso. Se Totò Di Natale diceva “no” alla Juventus nel 2010, restando a guidare l’Udinese verso due qualificazioni consecutive in Champions League, Thauvin ha preferito voltare le spalle alla città. Tecnicamente un 10, senza dubbio. Moralmente, però, distante anni luce dai grandi che qui hanno scritto la storia. Il suo addio lascia un vuoto enorme, non solo in campo, ma soprattutto nell’identità di una squadra che, pezzo dopo pezzo, sta perdendo i suoi riferimenti.
La società incassa altri 8 milioni, che si sommano ai ricavi importanti delle cessioni di Bijol e Lucca. Un tesoretto che però al momento non ha prodotto colpi in entrata all’altezza delle uscite. Sono arrivati il giovane Bertola, il georgiano Goglichidzee e Piotrowski, che rinforzerà la mediana, ma nulla che possa davvero accendere gli entusiasmi. Dei titolari, resta solo Solet tra i “big”, sempre che non arrivi un’offerta dell’ultimo minuto. Rimarrà? Meglio non fidarsi delle parole della società e attendere il gong, d'altronde Inler non più tardi di qualche giorno fa giurava: "Thauvin resta con noi". Parole vane, l'esatto opposto della realtà.
L’ultima suggestione porta ad Axel Witsel, svincolato dall’Atlético Madrid, individuato come profilo d’esperienza e personalità. Basterà? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: da qui alla fine del mercato l’Udinese dovrà muoversi e bene. Perché ad oggi, questa squadra appare più debole di quella che ha chiuso la scorsa stagione. E scommettere tutto sull’esplosione di Atta, Iker Bravo e pochi altri rischia di essere una scelta troppo pericolosa.
Nel frattempo, Thauvin se ne va. In silenzio, senza saluti pubblici, senza commiato. Proprio come chi, in fondo, non ha mai voluto davvero restare.






