Luca Serafini: "Franco Rossi"

Sono già 10 anni , (30 ottobre 2013) ma sei tra quelle persone che non mi mancano perché le ricordo in continuazione.
Perché vivete nei miei giorni e nel mio cuore.
Perché siete presenti.
Avevate una tale energia... impossibile si dissolvesse soltanto perché era giunta l’ora: non è sufficiente incontrare il passaggio inevitabile della morte per dissolvere la forza umana e cerebrale, donata da gente come voi, come te, in questo breve percorso che è la vita terrena e lasciata generosamente al nostro prosieguo.
Le vostre cose nobili restano assai più a lungo rispetto alla durata della vostra esistenza. Non ho malinconia nell’anima pensando a te, Maurizio Mosca, Aldo Biscardi, Raimondo Vianello, mi fermo per non intristire chi legge e per non dimenticare nessuno.
Insomma parlo di quelli come Franco Rossi o come i miei genitori, dai quali ho attinto e che continuano a svegliarsi ogni mattina accanto a me.

Non ho malinconia perché vi vedo, vi parlo, vi ascolto ancora.
Devo a te l’essere sui social, mi hai fatto una testa così... Non so ancora se ringraziarti per questo, ma sono così felice pensandoti che ti perdono l’avermi scaraventato in questo bar a cielo aperto. In fondo ci sarei comunque arrivato prima o poi e, in fondo, la vita di un giornalista nasce al bar, in mezzo alla gente come diceva Maurizio.
Spero tu stia bene.
Grazie per averti incontrato di nuovo, Franco Rossi.
Ci vediamo domani.