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…con Fabio Lupo
11 ottobre. Nel giorno del compleanno Fabio Lupo ha rassegnato le dimissioni da direttore sportivo dell’Ascoli. “Con il Presidente ci caratterizzava una visione diversa della gestione del club sia nella quotidianità sia per quanto riguarda altri settori per me fondamentale come lo scouting e il settore giovanile. La differenza di vedute quindi ha portato alla separazione”, spiega Lupo a Tuttomercatoweb.
Non è stato un bel compleanno…
“Sono abituato da una vita: il giorno del mio compleanno è un giorno come un altro. Per me era una giornata di lavoro. Abbiamo avuto una discussione su alcuni aspetti via messaggio perché con Pulcinelli è praticamente impossibile parlare al telefono e questo rende le cose più complicate. Quello di scriversi senza contatto verbale, per me, è un modo adolescenziale di gestire i rapporti. Avrei preferito un contatto più diretto. Affidare tutto alla messaggistica via whatsapp non mi sembra professionale”.
Da quanto pensava alle dimissioni?
“Un gesto istintivo ma fondato su ampie riflessioni su quanto avvenuto in precedenza. Per l’ennesima volta c’era stata una provocazione su alcune questioni. E così, siccome era l’ennesima quotidiana ho avvertito l’ulteriore segnale di sfiducia nei miei riguardi e ne ho tratto le debite conseguenze”.
Immaginava che sarebbe arrivato questo momento?
“Sapevo delle difficoltà che potevano esserci per via della corte dei miracoli che gravita attorno al presidente. E mi riferisco alle persone che fungono da consiglieri. Per come intendo io il rapporto presidente-dirigente, non c’erano i giusti presupposti per continuare”.
Che Ascoli lascia?
“Una buona squadra costruita attraverso un mercato coerente grazie anche alla costante condivisione con l’ex dg Ducci e l’allenatore Sottil. C’è il giusto mix tra scoperte che vengono da campionati minori e calciatori affermati. È una squadra con valide alternative”.
Per il suo addio ha influito anche il caso Sabiri?
“No. Assolutamente. Anzi, credo sia stato gestito in maniera molto professionale sia da parte mia che da parte dell’allenatore. La gestione è stata sbagliata prima del mio arrivo quando è stata fatta una quotazione elevata che non ha aiutato le evoluzioni. Troppi cialtroni si sono intromesso nella gestione del mercato di Sabiri e hanno fatto dei danni. Ma tutto è rientrato nella maniera giusta”.
E adesso, direttore?
“Tornerò ad aggiornarmi e a guardare partite. Farò le mie riflessioni come ho sempre fatto. Quando qualcosa SI interrompe le responsabilità comunque sono di entrambe le parti. E quindi rifletterò anche su questo”.
Non è stato un bel compleanno…
“Sono abituato da una vita: il giorno del mio compleanno è un giorno come un altro. Per me era una giornata di lavoro. Abbiamo avuto una discussione su alcuni aspetti via messaggio perché con Pulcinelli è praticamente impossibile parlare al telefono e questo rende le cose più complicate. Quello di scriversi senza contatto verbale, per me, è un modo adolescenziale di gestire i rapporti. Avrei preferito un contatto più diretto. Affidare tutto alla messaggistica via whatsapp non mi sembra professionale”.
Da quanto pensava alle dimissioni?
“Un gesto istintivo ma fondato su ampie riflessioni su quanto avvenuto in precedenza. Per l’ennesima volta c’era stata una provocazione su alcune questioni. E così, siccome era l’ennesima quotidiana ho avvertito l’ulteriore segnale di sfiducia nei miei riguardi e ne ho tratto le debite conseguenze”.
Immaginava che sarebbe arrivato questo momento?
“Sapevo delle difficoltà che potevano esserci per via della corte dei miracoli che gravita attorno al presidente. E mi riferisco alle persone che fungono da consiglieri. Per come intendo io il rapporto presidente-dirigente, non c’erano i giusti presupposti per continuare”.
Che Ascoli lascia?
“Una buona squadra costruita attraverso un mercato coerente grazie anche alla costante condivisione con l’ex dg Ducci e l’allenatore Sottil. C’è il giusto mix tra scoperte che vengono da campionati minori e calciatori affermati. È una squadra con valide alternative”.
Per il suo addio ha influito anche il caso Sabiri?
“No. Assolutamente. Anzi, credo sia stato gestito in maniera molto professionale sia da parte mia che da parte dell’allenatore. La gestione è stata sbagliata prima del mio arrivo quando è stata fatta una quotazione elevata che non ha aiutato le evoluzioni. Troppi cialtroni si sono intromesso nella gestione del mercato di Sabiri e hanno fatto dei danni. Ma tutto è rientrato nella maniera giusta”.
E adesso, direttore?
“Tornerò ad aggiornarmi e a guardare partite. Farò le mie riflessioni come ho sempre fatto. Quando qualcosa SI interrompe le responsabilità comunque sono di entrambe le parti. E quindi rifletterò anche su questo”.
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