
Atalanta, dominio senza gol: con la Lazio è un altro pari ma resta l’imbattibilità
L’Atalanta continua a non perdere, ma anche a non vincere. Alla New Balance Arena finisce 0-0 contro la Lazio, in una gara dominata sul piano del gioco ma senza la zampata decisiva. I nerazzurri restano imbattuti in campionato, unici in Europa insieme al Bayern Monaco, ma collezionano il terzo pareggio di fila e scivolano all’ottavo posto. I numeri parlano chiaro: tredici tiri totali contro tre, sei nello specchio contro uno, un palo pieno colpito da Zappacosta e un paio di miracoli di Provedel. Un film già visto, dove la Dea costruisce tanto ma spreca troppo.
LAZIO DI SOFFERENZA – Dall’altra parte, la squadra di Sarri può dirsi soddisfatta: un punto d’oro in piena emergenza, considerando le assenze e le condizioni precarie di molti titolari. Dopo un buon avvio, la Lazio ha resistito con ordine nella propria metà campo, affidandosi a un Gila monumentale e alla solidità del proprio portiere. Nella ripresa è stata una vera prova di resistenza: linee basse, blocco compatto e pochi, ma preziosi, interventi salvavita. Solo un paio di contropiedi mal gestiti lasciano un rimpianto, ma la sensazione è che la priorità biancoceleste fosse uscire da Bergamo senza danni. Missione compiuta.
PRIMO TEMPO BLOCCATO – L’avvio è tattico, quasi ingessato. Sarri ritrova Zaccagni e ripropone il 4-3-3, che in fase difensiva diventa un 4-5-1. La Lazio chiude bene le corsie, lasciando all’Atalanta solo sbocchi centrali e tanti errori di misura. La Dea fatica a trovare profondità: Lookman è isolato, De Ketelaere impreciso e il pressing non abbastanza intenso. Il primo tempo si chiude con una statistica eloquente: 64 palloni persi dall’Atalanta e 51 dalla Lazio, appena due tiri nello specchio — una punizione di Basic e un tentativo di Zappacosta.
FORCING NERAZZURRO – Dopo l’intervallo cambia tutto - descrive La Gazzetta dello Sport -. L’Atalanta aumenta ritmo e pressione, spinta dagli ingressi di De Roon e Scalvini (in versione centrocampista aggiunto). La Lazio arretra e si affida solo ai riflessi di Provedel, straordinario nel neutralizzare ogni assalto. Lookman sfiora l’1-0 di testa e poi ci prova con una rasoiata velenosa, Ederson calcia troppo centralmente, Ahanor manca il tap-in da pochi passi e Krstovic sciupa in contropiede. L’occasione più clamorosa arriva con Zappacosta, che colpisce il palo pieno prima della doppia chance fallita da De Roon nel finale. Un assedio continuo, ma senza esito.
Finisce con un pareggio che racconta due storie diverse: quella di un’Atalanta dominante ma sprecona e quella di una Lazio coriacea, che ha saputo soffrire e resistere. Juric può consolarsi con l’imbattibilità e con un secondo tempo di grande intensità, ma la sensazione è che a questa Dea manchi solo un po’ di “cattiveria” per trasformare la pressione in vittorie.
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