Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / atalanta / Primo Piano
Dea, dominio sterile! La scelta di Pasalic sintomo di un'Atalanta che cambia pelle, Maldini non convinceTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:52Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Dea, dominio sterile! La scelta di Pasalic sintomo di un'Atalanta che cambia pelle, Maldini non convince

La Dea resta imbattuta ma non decolla: la scelta di Pasalic, il cambio di Lookman e l’errore Maldini. Un record che inizia a pesare più che a brillare

Stavolta la lavagna la vince Sarri. Nel primo tempo la Lazio ha controllato meglio il campo grazie a un 4-5-1 compatto e intelligente, capace di sovrapporsi numericamente al 3-4-3 di Juric, troppo penalizzante in mezzo. I biancocelesti avevano sempre un uomo in più nella zona centrale: con Guendouzi, Cataldi e Basic, contro la sola coppia Ederson–Pasalic. Da quella superiorità nasce la difficoltà dei nerazzurri nel fraseggio e nel pressing. Ahanor, partendo dalla difesa, arrivava spesso in ritardo sull’uomo, mentre Pasalic non riusciva ad aggredire in tempo Cataldi: la Lazio aveva il tempo di giocare, respirare, ripartire. Forse serviva un 4-2-3-1 per pareggiare i numeri, o almeno più qualità e ritmo, come poi si è visto nella ripresa.

LA SCELTA DI PASALIC – Il segnale del tempo che passa è arrivato anche dal centrocampo. Pasalic titolare al posto di De Roon non è una decisione casuale - approfondisce nel suo consueto taglio editoriale sul Corriere di Bergamo, Pietro Serina -: il croato, quattro anni più giovane, è ormai il fedelissimo di Juric, connazionale e uomo di fiducia. Il capitano è rimasto in panchina nonostante avesse lavorato per due settimane a Zingonia, e probabilmente tornerà titolare in Champions. Ma la gestione delle rotazioni racconta di un’Atalanta che sta cambiando pelle, affidandosi sempre più all’energia e all’intensità dei giocatori in crescita, piuttosto che all’esperienza dei veterani.

LOOKMAN, UN CAMBIO INCOMPRENSIBILE – L’errore più pesante, però, arriva nel finale. La Dea stava spingendo, la Lazio era alle corde, Lookman stava creando e trovando varchi, ma al 37’ Juric lo toglie. Dentro Maldini, fuori l’uomo più in palla. E da quel momento l’Atalanta si spegne. Niente più occasioni, ritmo crollato e la sensazione di un’occasione gettata via. Un cambio che ricorda l’episodio di Scamacca contro il Pisa: un precedente che lo rende ancora più grave.

MALDINI, OCCASIONE FALLITA L’ingresso di Daniel Maldini non ha convinto, anzi. In dieci minuti ha sprecato tre palloni e reagito con gesti di frustrazione più che con giocate utili. Una parentesi breve ma negativa, che ha alimentato il malumore per la sostituzione di Lookman. Purtroppo il talento del figlio d’arte fatica a emergere nelle partite vere: forse per lui ci sarà spazio in Coppa Italia, ma oggi la sensazione è che non sia pronto per i ritmi della Serie A.

IMBATTUTI MA LIMITATI – L’Atalanta resta l’unica squadra imbattuta della Serie A dopo sette giornate, ma dietro il dato positivo si nasconde un problema: troppi pareggi. Ben cinque su sette gare, e solo sei squadre hanno vinto di meno. Nel calcio dei tre punti, questa imbattibilità rischia di diventare un limite più che un vanto. Una “perla sbiadita” che racconta di una squadra solida ma incapace di chiudere le partite. E in un campionato che non aspetta, servirà presto la svolta: meno equilibrio, più coraggio.

© Riproduzione riservata