Atalanta, l’emergenza è finita: Juric ritrova la rosa completa e può scegliere davvero
È ufficiale: l’Atalanta non è più in emergenza. Dopo settimane di contingenze, con rotazioni ridotte e scelte obbligate, Ivan Juric torna finalmente ad avere a disposizione una rosa quasi al completo. Solo Scalvini e Bakker restano ai box — il primo per la lesione al bicipite femorale, il secondo per il lungo recupero dal crociato — ma per il resto la Dea può contare su un organico profondo, competitivo e ben distribuito in tutti i reparti.
Un mese fa, contro il Como, Juric aveva soltanto 14 giocatori di movimento, e tutti finirono per vedere il campo. Oggi la musica è cambiata: le alternative abbondano e le gerarchie, di conseguenza, diventano più delicate da gestire.
DIFESA: DA EMERGENZA A LUSSO – Il reparto difensivo, che fino a poche settimane fa sembrava corto, si sta trasformando in una ricchezza tattica.
In porta, Carnesecchi è intoccabile, mentre Sportiello offre garanzie da vice di livello. Dietro, Juric ha ritrovato stabilità: Kossounou, Hien, Djimsiti e il sorprendente Ahanor formano oggi un blocco solido e affidabile. L’esplosione del giovane nigeriano, impiegato con coraggio nel momento dell’emergenza, ha cambiato le carte in tavola e reso le scelte più complesse. E ora, con Kolasinac vicino al rientro e Scalvini in fase di recupero, la linea a tre potrà contare su sei titolari potenziali per tre maglie. Una situazione ideale sulla carta, ma che obbligherà il tecnico a gestire rotazioni e motivazioni con attenzione chirurgica.
FASCE IN EVOLUZIONE – All’inizio della stagione Juric aveva puntato forte su Bellanova e Zalewski - scrive L'Eco di Bergamo -, lasciando ai margini Zappacosta. Gli infortuni e le ottime prestazioni di Bernasconi hanno però ridisegnato le gerarchie: oggi i quattro esterni si giocano due posti con valori molto vicini. Bellanova e Zalewski restano i titolari “designati”, ma Zappacosta ha recuperato condizione e fiducia, mentre Bernasconi si è guadagnato il rispetto del gruppo e del tecnico. In caso di emergenza, Juric può contare anche sulla duttilità di Musah, schierabile come esterno a tutta fascia: un’opzione preziosa in un calendario fitto come quello autunnale.
CENTROCAMPO: UNA RICCHEZZA INEDITA – È forse il reparto dove l’Atalanta è cresciuta di più rispetto al recente passato. L’epoca dei binomi fissi — da de Roon–Freuler a de Roon–Ederson — è finita: oggi la mediana è un laboratorio tattico aperto. Ederson è l’unico insostituibile, il faro tecnico e fisico della squadra. Accanto a lui ruotano de Roon, ancora affidabile ma da gestire nei carichi, e un Pasalic rigenerato, sempre più centrale per equilibrio e qualità. A completare il reparto, un Musah che offre dinamismo e polivalenza e un Brescianini utile nei momenti di necessità. Juric può quindi scegliere in base all’avversario e alla condizione, senza impoverire la qualità del gioco.
ATTACCO: I TRE TENORI E LE ALTERNATIVE – Davanti, il potenziale resta il punto di forza dell’Atalanta. Il tridente dei sogni — De Ketelaere, Scamacca, Lookman — non gioca insieme da sedici mesi, ma rappresenta ancora il riferimento offensivo del progetto Juric. Oggi, però, la Dea può contare su una batteria di alternative di alto profilo: Krstovic ha tenuto la linea d’attacco nelle settimane più difficili, Samardzic si sta ritagliando un ruolo sempre più importante come vice-CDK, e Sulemana, pupillo del tecnico, aggiunge corsa e imprevedibilità. Anche Maldini resta in lista, ma al momento è più indietro nelle gerarchie. Juric dovrà trovare la formula giusta per alternare talento e concretezza, senza perdere equilibrio né togliere fiducia ai big.
ORA TOCCA A JURIC – L’Atalanta torna a essere una squadra da scelte, non da necessità. Ed è qui che comincia la vera sfida di Juric: assemblare le pedine nel modo giusto, sfruttare la profondità della rosa senza disperdere identità e intensità. Dopo settimane di sopravvivenza, il tecnico può finalmente allenare e scegliere. Ma con la libertà arrivano anche le responsabilità: perché ora, più che mai, ogni decisione potrà fare la differenza tra un pareggio e una vittoria.






