
Scamacca, il gol che vale una rinascita
Ci sono gol che vanno oltre il risultato, che trascendono il semplice tabellino per trasformarsi in simboli, in atti di rinascita. Quello firmato da Gianluca Scamacca contro il Pisa appartiene a questa categoria. Non è solo l’1-1 che ha evitato all’Atalanta di iniziare la stagione con una sconfitta casalinga, ma è la voce liberatoria di un centravanti che torna a parlare il suo linguaggio dopo 455 giorni di silenzio forzato.
UN ANNO NERO DA ARCHIVIARE - Scamacca aveva lasciato i riflettori il 1° febbraio scorso, dopo appena dieci minuti dall’atteso rientro in Atalanta-Torino. Un destino beffardo che, dopo il crociato saltato a Parma, gli aveva imposto un nuovo stop e un’altra operazione. Quindici mesi di dubbi, sacrifici, allenamenti solitari e lavoro invisibile. Quindici mesi in cui si è rischiato di archiviare Scamacca come un talento fragile, uno di quelli che la sorte non smette mai di colpire.
E invece, ieri, la risposta è arrivata forte e chiara. Un controllo di sinistro, un destro chirurgico sul palo lontano e la rete che cancella le paure. Il boato del Gewiss, l’abbraccio dei compagni, il pugno alzato: immagini che raccontano molto più di mille statistiche.
IL LEADER CHE MANCA - Non è un caso che Ivan Juric, alla vigilia, avesse acceso i riflettori sul numero 9: «Scamacca non è ancora al 100%, ma è già pronto», aveva detto. Parole di fiducia, ma anche di consapevolezza. Perché oggi l’Atalanta ha bisogno disperato di un riferimento offensivo, dopo l’addio di Retegui e l’incertezza attorno a Lookman. Scamacca non deve portare da solo il peso della squadra, ma è inevitabile che su di lui ricada gran parte della responsabilità realizzativa.
UN GOL CHE CAMBIA TUTTO - C’è qualcosa di poetico nella tempistica. L’Atalanta, spenta e confusa nel primo tempo, ha trovato luce proprio grazie al centravanti romano. Il suo ritorno al gol non ha solo restituito entusiasmo al pubblico, ma ha anche ridato coraggio a un gruppo che sembrava spaesato. E poco importa se la vittoria non è arrivata: il punto conquistato resta comunque il trampolino per una stagione che dovrà vivere di continuità e di crescita.
LA NUOVA ERA PASSA DA LUI - Scamacca non è mai stato un attaccante banale. Ha fisico, tecnica, carattere. E soprattutto ha una fame che gli infortuni non hanno scalfito. L’Atalanta lo sa e lo aspetta, consapevole che la sua stagione passerà anche dai suoi piedi e dalla sua testa. Non sarà facile colmare il vuoto lasciato da chi ha garantito gol e leadership fino a pochi mesi fa, ma se c’è un giocatore in grado di trasformare il dolore in forza, quello è proprio Scamacca.
Il suo gol contro il Pisa non è solo un punto in classifica. È il segnale che il passato si può archiviare e che il futuro, finalmente, può cominciare.








