
Juric in conferenza: "Non firmo per il pari. Scamacca cresce, Bergamo è come una famiglia"
Alla vigilia della sfida con la Lazio, in programma domani alle 18 alla New Balance Arena, Ivan Juric ha parlato in conferenza stampa dal Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia. Il tecnico croato ha toccato diversi temi: dalle sensazioni post-festa per i 118 anni del club, alle condizioni dei rientranti, fino al valore del gruppo e alla necessità di maggiore cinismo sotto porta. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister Juric, ieri sera avete festeggiato i 118 anni del club con migliaia di tifosi in piazza. Che effetto le ha fatto respirare quell’entusiasmo?
«È stata una serata bellissima, piena di energia e di amore per questi colori. Vedere tutta quella gente e sentire quel calore mi ha emozionato. È stato un momento importante per Bergamo e per la squadra. Domani questo entusiasmo ci darà una spinta in più contro la Lazio».
Le statistiche dicono che l’Atalanta concede molti passaggi agli avversari prima di riconquistare palla. È un aspetto che la preoccupa?
«In passato ero sempre tra i primi in Italia per numero di palloni recuperati in fretta, quindi sì, è un dato che voglio migliorare. Ci stiamo evolvendo su alcune situazioni, lavoriamo per rubare palla il prima possibile. Ma mi è piaciuto anche vedere la squadra capace di abbassarsi e attendere il momento giusto per colpire. Saper alternare le due fasi è segno di maturità».
Affronterete una Lazio con diversi infortuni, mentre voi recuperate molti giocatori. Quanto può pesare questo aspetto?
«Sinceramente non credo che abbiano più problemi di noi. Noi abbiamo ancora fuori Kolasinac, Kossounou e Bellanova, Scamacca non è ancora al top e Zalewski è appena rientrato. Dipende sempre da come si raccontano le cose: loro recuperano molti giocatori, quindi non credo ci sia una differenza così marcata».
Dopo diversi pareggi, firmerebbe per un punto domani?
«No, non firmerei. Atalanta-Lazio è sempre stata una sfida bellissima: a volte vincono loro, a volte noi. Ma la Lazio resta una squadra di grande qualità tecnica e quest’anno ha aggiunto anche molta velocità, quindi servirà attenzione».
De Ketelaere ha detto di trovarsi bene come prima punta. È un’opzione che valuta anche lei?
«Può giocare lì, ma non è una prima punta classica. Per me la priorità è che torni ai suoi livelli. Prima dell’infortunio era molto intenso, cercava sempre la palla, era in fiducia. Voglio ritrovare quel Charles».
Come sta Scamacca? È pronto per essere convocato?
«Sta migliorando, ma per lui non è facile. Si allena tanto, passa ore a Zingonia e si vede che ha voglia. Sta ritrovando condizione, e presto potrà tornare in campo. Forse già domani o mercoledì, ma l’obiettivo è farlo crescere di ritmo e competitività».
Zalewski e Scalvini sono pronti per partire dall’inizio?
«Hanno fatto un ottimo percorso di recupero, senza forzare i tempi. Si allenano con il gruppo da tutta la settimana, stanno bene. Potrebbero partire anche dal primo minuto, ma dovremo valutare la durata del loro minutaggio».
Brescianini sta crescendo molto. Cosa le piace di più e dove può migliorare?
«Mi piace tantissimo, come giocatore e come ragazzo. Ha mentalità, si allena con serietà e può ricoprire più ruoli. L’ho provato anche più avanzato e mi ha convinto. L’unico problema è che a centrocampo c’è tanta concorrenza, ma sono molto contento di lui».
Sulemana è tornato dal Ghana con il primo gol in Nazionale. Come lo ha ritrovato?
«Kamaldeen sta crescendo molto. È un giocatore in evoluzione, con grandi margini di miglioramento. Ha fatto un lungo viaggio e ha bisogno di riassestarsi, ma sono certo che darà presto un contributo importante».
Ahanor ha sorpreso tutti. Troverà ancora spazio nonostante i rientri in difesa?
«Il calcio è meritocrazia: lui ha avuto l’occasione e se l’è guadagnata sul campo. Ha dato solidità e personalità alla difesa. Con tutte le partite che ci aspettano, ci sarà spazio per tutti».
L’Atalanta arriva spesso in area, ma segna poco. Serve più cattiveria sotto porta?
«Assolutamente sì. Lavoriamo molto su questo: dobbiamo essere più cinici e concreti. Ho visto dei progressi, anche da parte di Sulemana, che rispetto a Parma è stato più deciso. Stiamo migliorando».
Il morale sembra alto dopo la sosta e le qualificazioni ai Mondiali di diversi giocatori. Come ha ritrovato la squadra?
«La squadra ha sempre avuto entusiasmo, fin dall’inizio. La vittoria col Bruges in Champions ci ha dato energia, e vogliamo continuare così. Ora ci aspettano sette partite in venti giorni: serviranno tutti, con mentalità e competitività».
In questi primi mesi, qual è l’aspetto in cui l’Atalanta è cresciuta di più?
«Abbiamo fatto bene finora, ma siamo in un momento in cui dobbiamo capire dove vogliamo arrivare. Ci sono tante cose positive e altre da migliorare. Questo ciclo di partite ci aiuterà a capire il nostro livello».
È d’accordo nel dire che il gruppo è la vera forza di questa Atalanta?
«Sì, lo penso davvero. Ho visto spirito di sacrificio da parte di tutti, anche degli attaccanti che aiutano dietro. Il gruppo è coeso, unito, e questo mi piace molto. È la base su cui costruire il nostro futuro».
Gli infortuni delle scorse settimane vi hanno condizionato. Avete rivisto i carichi di lavoro?
«Gli infortuni dipendono da molti fattori, a volte anche casuali. Alcuni giocatori, come Bellanova o Kossounou, spingono molto e rischiano di pagare fisicamente. Stiamo approfondendo le cause e gestendo meglio i carichi, soprattutto ora che si gioca ogni tre giorni. Ogni giocatore ha un equilibrio diverso e serve un lavoro personalizzato».
Che effetto le fa allenare una squadra così legata alla propria città e alla propria storia?
«Mi piace tantissimo questo spirito. A Bergamo, come a Verona e a Spalato, si sente un amore viscerale per la squadra e per la città. C’è un senso di appartenenza fortissimo. È un ambiente che ti accoglie e ti fa sentire parte di una famiglia».
Domani rivedremo Lookman e De Ketelaere insieme dal primo minuto?
«Vedremo. Hanno fatto solo pochi allenamenti con noi, ma ho grande fiducia. Si sono allenati bene e li valuteremo fino all’ultimo. Quanto a Bergamo, sì: più passa il tempo e più mi sento a casa. C’è lo stesso calore che ho trovato a Spalato, la stessa passione per la squadra».
Con l’entusiasmo del pubblico, il ritorno di tanti titolari e la fiducia del suo gruppo, Juric guarda con ottimismo alla sfida con la Lazio: «Siamo pronti a dare tutto. Questa Atalanta ha un’anima e un popolo straordinario: sono la nostra vera forza».
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