Giuseppe De Luca: "Juric? Deve osare di più. Atalanta fortunata ad avere Percassi"
Oggi c'è Marsiglia-Atalanta di Champions League, e al di là del carattere, la Dea deve trovare quei goal che l'hanno sempre contraddistinta soprattutto in Europa. A proposito di ciò, in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb, ha parlato un grande ex attaccante nerazzurro, Giuseppe De Luca, rilasciando qualche dichiarazione tra quella che fu la sua Dea, il momento attuale di Ivan Juric e di tanti temi, anche in ottica calcio italiano.
Come giudica l'inizio dell'Atalanta di Juric tra campionato e Champions?
"Gasperini ha fatto per tanti anni la storia della Dea, riportando l'Atalanta a giocare nei palcoscenici più importanti: nel mezzo la vittoria dell'Europa League come ciliegina sulla torta. Cambiare mister non è neanche facile in un contesto come questo: Gasp era unico ad esprimere quel gioco spettacolare in Italia e in Europa. Penso che Juric sia stata una mossa giusta e azzardata perché è un tecnico che non viene da una stagione positiva (Roma e Southampton ndr), però a Bergamo potrà dire la sua. Normale vedere il "lato negativo" visto che prima si stravinceva, ma la dirigenza è competente e il presidente Antonio con il figlio Luca stanno dando serenità e tranquillità. Ne usciranno perché l'Atalanta è competitiva, poi la Champions è un altro sport dove ci sono squadre preparate e attrezzate, però negli ultimi anni l'Atalanta ha dimostrato di fare grandi cose".
Giusto dire che Juric dovrebbe osare un po' di più? Proprio come fece Gasperini nel 2016
"Secondo me si. Tenere giocatori importanti in panchina è un grosso rischio: penso per esempio a Lookman che ha grande qualità davanti, e per l'Atalanta è fondamentale. Arrivati a questo punto conviene che Juric in campionato osi un po' di più, invece in Champions League hai sempre bisogno dell'esperienza. L'Atalanta davanti ha anche CDK, Sulemana e anche Scamacca che ha dei colpi micidiali: gente comunque competitiva".
Parlando dell'attacco, quanto può pesare dal punto di vista psicologico il fatto di creare tanto, ma concretizzare poco?
"L'anno scorso all'Atalanta c'era Retegui, ed è normale che adesso sia più complicato. Parlando da attaccante, finché si crea va bene: il problema è quando davanti non si crea, al di là della questione goal. Appena si sbloccheranno sia Krstovic che Scamacca ci sarà da divertirsi: loro tengono a fare bene a Bergamo".
Dall'Atalanta attuale alla sua: che ricordi ha di quei due anni a Bergamo (2012-2014)?
"Sono stati due anni meravigliosi: dallo staff ai compagni, dai tifosi alla città di Bergamo. Stagioni indimenticabili per me. Ho sempre girato per l'Italia, ma mai ho dimenticato l'Atalanta: anni meravigliosi dove ho debuttato in Serie A. Ricordo il campionato con la penalizzazione, ma maturai nel 2013/2014 dove conservo un sacco di momenti: su tutti quando i tifosi ci aspettarono al casello autostradale dopo la sesta vittoria consecutiva contro il Bologna. Anni magnifici, e ringrazierò sempre la famiglia Percassi per aver vestito questi colori a cui tengo particolarmente".
Lei fu protagonista in quelle 6 vittorie consecutive: cosa mancò per l'Europa visto che eravate ad un passo da quel sogno?
"Volevamo giocarcela. Purtroppo poi sbagliammo le tre partite successive (Sassuolo, Roma e Verona ndr): gare che non sono andate come volevamo. Purtroppo subentrò la stanchezza considerando che l'obiettivo l'avevamo già raggiunto. Andare in coppa sarebbe stato meraviglioso, per quanto comunque la stagione sia stata positiva: chiudemmo addirittura in bellezza battendo il Milan in casa. Da quell'annata però l'Atalanta è poi cresciuta fino a raggiungere traguardi straordinari. Antonio Percassi è un presidente presente e passionale: ad oggi è difficile trovare un presidente del genere, soprattutto con una grande umiltà. A lui e alla sua famiglia posso augurare il meglio".
Prima del Sassuolo c'è il Marsiglia: giusto dire che in Champions servirà trovare carattere e in campionato il risultato?
"Sicuramente sarà una bella partita quella di oggi. Il Marsiglia è una squadra che crea e concede tanto. L'Atalanta può fare risultato potendosela giocare alla pari: avranno una grande voglia di rivalsa. Con il Sassuolo serve solo vincere: l'Atalanta deve mantenere il ritmo delle grandi".
Quanto è fondamentale lavorare anche sulle serie minori per migliorare il calcio italiano anche in ottica Nazionale?
"Sono dell'idea che il calcio italiano sia indietro rispetto ad altri campionati, soprattutto in ottica giovani. L'Italia oggi è in difficoltà: non abbiamo più campioni e questo è un vero problema. C'è bisogno nei vivai di far crescere i giovani e aiutarli nel loro percorso, dove certe volte si perdono nei vari prestiti: finendo poi per fare una carriera discreta o addirittura mollare il mondo del pallone. Ci sono dei giovani interessanti anche in C e in D, dove occorrerà sgrezzarli al meglio. Penso al modello Ajax e di tante altre squadre, poi è normale che ci sono delle difficoltà, ma occorre osare. In Italia credo che non cambierà la solfa, sarà sempre una rincorsa perché siamo indietro anni luce: basta pensare a dei club che in Lega Pro non possono fare il grande salto considerando la mancanza di sostegni economici, anche per quanto riguarda le infrastrutture. Di tutto questo ne risente la Nazionale, dove noi facciamo fatica rispetto a Francia, Spagna, Olanda e tante altre. Stiamo facendo fatica a trovare la punta: ci sono Kean e Retegui, ma prima tra Toni, Del Piero, Totti e tanti altri era un'altra cosa il calcio italiano. Noi italiani siamo particolari nei giudizi e nelle scelte. Nel mezzo anche il salto di categoria tra Serie C e Serie B dove ad oggi fai fatica: su certe cose ci siamo evoluti, in altre no".
Ripensando alla sua carriera, qual è ad oggi il ricordo che si porta stretto?
"Ho collezionato tanti bei ricordi, ma ricordo soprattutto il mio primo goal in Serie A contro la Sampdoria al Ferraris. L'anno prima aveva fatto goal con la maglia del Varese durante i Playoff di Serie B, e fare la prima marcatura con l'Atalanta in A proprio lì sembrava quasi destino. A Bari ho dei ricordi stupendi con Nicola, a Vicenza è stato speciale così come all'Entella dove abbiamo vinto il campionato. Anche dall'esperienza estera con il CFR Cluj mi porto veramente tanto, così come a Catania mi hanno accolto a braccia aperte. In questi viaggi ho conosciuto persone straordinarie, ma se dovessi scegliere un ricordo, è proprio quello con l'Atalanta".
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