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Addio Maradona. L'amore per il calcio, la paura per il virus e l'Argentina: la sua ultima intervistaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 25 novembre 2020, 19:06Serie A
di Ivan Cardia

Addio Maradona. L'amore per il calcio, la paura per il virus e l'Argentina: la sua ultima intervista

“Sono e sono stato molto felice”. Nel giorno della scomparsa di Diego Armando Maradona, El Clarin, il principale quotidiano argentino e anche il primo ad annunciarne la morte, ha riproposto l’ultima intervista rilasciata dal Pibe de Oro, in occasione del suo compleanno: “Il calcio mi ha dato tutto quello che ho, più di quanto abbia mai immaginato. E se non avessi avuto questa dipendenza avrei potuto giocare molto di più. Però oggi è il passato, sto bene e quello che mi dispiace di più è non avere i miei genitori. Ho sempre avuto questo desiderio, di avere un giorno in più con la Tota (sua madre, scomparsa nel 2011, ndr), però so che su in cielo è orgogliosa di me”.

Un desiderio per tutti gli argentini?
“Che passi quanto prima questa pandemia e che la mia Argentina possa andare avanti. Voglio che tutti gli argentini stiano bene, che vivano in un bel Paese e sono sicuro che il nostro presidente ci tirerà fuori da questo momento. Provo molto dolore quando vedo i bambini che non hanno nulla da mangiare, e so che vuol dire avere fame, so che si sente nello stomaco quando non si mangia per diversi giorni e non posso credere che questo accada nel mio Paese. Questo è il mio desiderio, vedere gli argentini felici, con tanto lavoro e da mangiare tutti i giorni”.

La pandemia vi ha colpiti: tua sorella Lili è stata malata. Hai paura del coronavirus?
“È il peggio che potesse capitare, non ho mai visto qualcosa di simile. E nel Sudamerica sta facendo molti danni. Spero che finisca presto, c’è gente che non se la sta passando bene, tanta gente che è rimasta senza lavoro, che fatica ad avere da mangiare. Confido in Putin, sono sicuro che in poco tempo ci darà un vaccino perché non capiti più”.

Senti l’affetto della gente quanto ti si avvicina?
“Io alla gente sarà sempre grato. Mi sorprendono tutti i giorni, quello che ho visto nel ritorno al calcio argentino non lo dimenticherò mai. Ha superato quel che potessi immaginare, perché sono rimasto tanto tempo fuori e a volte è normale chiedersi se la gente ti continui ad amare. Quando sono entrato in campo col Gimnasia il giorno della presentazione ho capito che l’amore della gente non finirà mai”.


Cosa ha l’atleta argentino, in qualsiasi disciplina, che lo porta a fare l’impossibile per difendere l’albiceleste?
“Noi sentiamo la nostalgia del Paese, viviamo per tanto tempo all’estero e per questo, quando ti chiama la nazionale, vieni anche a nuoto. Perché è come sentirti un’altra volta nel tuo Paese, puoi difendere la tua bandiera”.

Cosa ti emoziona dello sport argentino?
“Tutto. Seguo qualsiasi argentino, ovunque sventoli la bandiera argentina. Quando vedo la voglia di vincere di un qualsiasi argentino mi emoziono. L’altro giorno ho visto Diego Schwartzman contro Nadal e ho sofferto più di lui”.

Come hai vissuto il caso Messi-Barcellona?
“Sapevo che sarebbe finita male e ho pensato che sarebbe andato via. È successo anche a me, il Barcellona non è un club facile e per molti anni non l’hanno trattato come meritava. Lui ha dato tutto, li ha portati al livello massimo e il giorno che ha voluto cambiare aria gli hanno detto di no. Non è semplice farlo, hai un contratto, un club molto grande, la gente che ti ama. Io al Napoli non l’ho fatto”.

Chi vincerà la Copa Libertadores: River o Boca?
“Il Boca sta bene, mi piace. Il tecnico ha dato solidità e ora ci sono un paio di giocatori di alto livello. Il River sta lavorando molto bene con Gallardo, però ho fiducia nel Boca”.