Vienna sarà la svolta come la Lazio un anno fa? Pioli spera nella... ripresina. Attenzione a Orsolini, il capocannoniere della Serie A
I tre gol di Vienna spingono verso un inizio di cauto ottimismo. Un inizio, un primo passo, una ripresina che andrà verificata col Bologna. Si è vista per la prima volta un’idea di gioco, si sono rivisti giocatori fondamentali per la rinascita della Fiorentina, come Dzeko, Fagioli e Gudmundsson. La Conference per adesso è di un livello inferiore alla Serie A, lo pareggerà dai quarti di finale in avanti, ma quattro vittorie di fila con undici gol segnati e due subiti sono un ottimo avvio europeo.
Il punto a favore di Pioli in questa sfida dell’Appennino è la rotazione in Coppa, più massiccia di quella di Italiano, a cui vanno gli auguri di Firenzeviola per una rapida guarigione. A Vienna la Fiorentina aveva sette giocatori nuovi rispetto alla sconfitta di Milano, le uniche conferme sono state quelle di De Gea, Pablo Marì, Nicolussi-Caviglia e Fagioli. Così domani, in campionato, potrà schierare Pongracic, Ranieri, Dodo, Gosens, Kean e Gudmundsson, tutti riposati. Ma se prendiamo per impegnativa la trasferta di Vienna (lo è stata fino a un certo punto vista la fragilità tecnica del Rapid, paragonabile a quella del Polyssia e del Sigma), Pioli avrà la possibilità di scegliere anche fra giocatori che proprio in Conference sono andati bene, come Comuzzo, Viti, Fortini, Parisi e Dzeko.
L’idea della Fiorentina di oggi è che abbia preso finalmente le forme di una squadra. Come detto, manca la controprova, il Rapid non aveva né la forza, né la qualità per mettere in difficoltà la difesa viola, per verificarne la capacità di soffrire. Però qualche passaggio di fila si è visto, la “doppia” regìa Nicolussi-Fagioli è piaciuta, l’aggressività e la presenza in area avversaria di Ndour hanno dato dei risultati. Finalmente Gudmundsson ha fatto un gol alla...Gudmundsson: stop di destro, tiro secco, con la gamba dura e tesa come una stecca da biliardo, di sinistro. Ha segnato Dzeko, hanno attaccato bene Fortini e Parisi. Insomma, il passaggio di Vienna potrebbe dare la svolta alla stagione come lo era stato l’anno scorso il secondo tempo con la Lazio. È questa la speranza di Pioli. Che ha bisogno di trasmettere ancora più forza, ancora più fiducia a una squadra che in campionato perde e si perde troppo spesso: undici punti lasciati lì partendo da una situazione di vantaggio fanno davvero rumore.
Il Bologna è una squadra che sta bene, nella testa e nelle gambe. Ha vinto in Europa League in trasferta, a Bucarest, giocando mezz’ora da assoluto protagonista. Non sta pagando le cessioni di due giocatori decisivi nella scorsa stagione come Ndoye e Beukema, il lavoro di Vincenzo Italiano anche in questi mesi ha portato la squadra a un livello eccellente. Ha dieci punti in più della Fiorentina, ha segnato undici gol, sette in più della Fiorentina e Orsolini a quota 5 è il capocannoniere della Serie A. Ma tutto questo non può e non deve intimorire i viola. Se Vienna è il nuovo inizio dovrà dirlo il Bologna.






