Franchi, nodo decisivo: cosa rischiano Fiorentina e Comune senza accordo
Il direttore generale della Fiorentina Alessandro Ferrari, nell'intervista odierna a Repubblica, annuncia un aut aut al Comune di Firenze sui lavori al Franchi: il club viola sosterrà economicamente gli interventi del secondo lotto delle opere di ristrutturazione (necessarie per completare l'ammodernamento) solo se verrà sottoscritto un accordo tra le parti entro la fine dell'anno, in caso contrario «c'è il rischio che la Fiorentina rimanga fuori dal progetto». Parole pesanti, dato che alla fine dell'anno manca solo un mese e mezzo. Come è noto i lavori di ristrutturazione dello stadio non sono interamente coperti dai finanziamenti, ma da diversi mesi la società gigliata si è resa disponibile a sostenere economicamente gli interventi che poi si tradurrebbero in uno sconto per diversi anni sul canone di convenzione (affitto) dello stadio ammodernato. Per far sì che ciò accada la Fiorentina, sempre da molti mesi, chiede precisi chiarimenti: quali opere di ristrutturazione a oggi non sono coperte dai finanziamenti, quali sono i tempi previsti per iniziarle e completarle, quanti milioni di euro sono necessari, a quanto ammonterà il canone annuale del nuovo Franchi? Domande legittime e necessarie affinché possa essere avanzata una proposta di project financing.
Cosa rischia la Fiorentina e cosa rischia il Comune se non sarà trovato un accordo?
Non entrare nella partita per la società viola significherebbe non poter godere dei vantaggi economici derivati da un project financing, perché lo «sconto» che riceverebbe dal canone di concessione del Franchi sarebbe superiore alla cifra investita (seppur non esageratamente maggiore), ma soprattutto il club non avrebbe in mano una concessione ultra-decennale per l'impianto a un costo definito, strumento utilissimo sia per poter programmare al meglio lo sfruttamento dello stadio 365 giorni l'anno sia per il club di Commisso, sia per un eventuale compratore interessato a rilevare la società.
Le ipotersi per reperire i finanziamenti mancanti
Palazzo Vecchio, dall'altra parte, senza i milioni di Commisso, dovrebbe reperire i finanziamenti attraverso strade che a oggi non sono definite. Si ipotizza che per completare tutti i lavori manchino all'appello circa 110 milioni. La metà di questi sono tornati con la restituzione alla Città Metropolitana dei famosi 55 milioni dei Piani Urbani Integrati che furono definanziati dal Governo (sono stati assegnati a opere coperte da risorse del Comune che risparmiandole può «dirottarle» sullo stadio), ne mancherebbero altrettanti (quelli che il patron viola sarebbe disposto a erogare ma a precise condizioni). Le vie alternative per individuare le risorse mancanti sono molteplici, ma sul piatto non si può nemmeno escludere il fatto che per un periodo i lavori debbano interrompersi perché ancora non sono stati reperiti tutti i finanziamenti necessari. Una situazione complessa, dove le parti troppo spesso si parlano a mezzo stampa anziché davanti a un tavolo.






