Stadio Franchi, tra cantieri e dubbi: il cronoprogramma del primo lotto resta un mistero
Cronoprogramma e tempi di ultimazione del primo lotto dei lavori allo stadio Franchi. È questo, non il terzo, ma perlomeno il ventiquattresimo segreto di Fatima che da mesi attende precise risposte da parte del Comune di Firenze. Le questioni risulteranno chiare solo una volta che il famigerato cronoprogramma dell'ennesima variante alle opere di ammodernamento sarà reso pubblico. A oggi quel che è certo è piuttosto indicativo, ma non esaustivo. Si tratta di portare a termine la costruzione della nuova curva Fiesole (i primi elementi in acciaio sono stati montati), riprofilare metà Maratona, ultimare l'antistante parterre e riqualificare tutte le gradinate della Tribuna laterale. In sostanza si tratta dei settori che ricadono sotto la «copertura nord», la nuova protezione dalle intemperie per il pubblico (compresa negli interventi del primo lotto) che dalla torre di Maratona arriverà a intercettare alla fine della Tribuna laterale la pensilina di Nervi. Il termine di queste opere – ha spiegato alcune settimane fa l'amministrazione cittadina – è prevista per un indicativo «primi mesi del 2027», mentre il completamento di tutti i lavori sarebbe fissato al 2029. Ma molti aspetti restano da chiarire.
Punto primo: la fine dei lavori per l'inizio del 2027 comprende anche il collaudo e tutti i nulla osta necessari a consentire l'apertura di questi settori al pubblico? Oppure si dovrà attendere altri mesi e i tifosi viola potranno usufruire dei nuovi spazi solo dalla stagione 2027-28? Questo aspetto dovrà essere precisato, affinché la Fiorentina abbia il tempo necessario per gestire e organizzare al meglio la vendita di biglietti e abbonamenti.
Punto secondo: è intenzione di Palazzo Vecchio adoperarsi per far sì che l'ammodernamento prosegua con continuità, ovvero appena finito il primo lotto il cantiere si ribalterà e cominceranno subito le opere del secondo, oppure sarà necessario un periodo di stop (di settimane o qualche mese)?
Punto terzo: a seguito dell'incontro interlocutorio presso la sede dell'Uefa della settimana scorsa è emerso (e la regola vale per tutti), che entro la fine del prossimo luglio i dossier delle città che vorranno candidarsi a ospitare i campionati europei del 2032, dovranno contenere il progetto esecutivo della ristrutturazione dell'impianto sportivo accompagnato dalla copertura finanziaria per realizzarlo. Come è risaputo per il Franchi, a oggi, non sono a disposizione tutti i milioni necessari per portare a fine i lavori. Quante sono le risorse effettivamente mancanti? Si vocifera che ammontino a 55-60 milioni, è una stima oggettiva? La Fiorentina, attraverso un project financing potrebbe venire in soccorso del Comune, ma, in un'intervista a La Repubblica, il dg Alessandro Ferrari ha fissato la dead line per un'eventuale partecipazione della società di Commisso a fine 2025. Se il club viola non entrerà a fare parte della partita, attraverso quali strade Palazzo Vecchio potrà reperire le somme mancanti? Mutui con Cassa depositi e prestiti, la Banca europea degli investimenti, il Credito sportivo, un accordo di sponsorizzazione per il «naming» del Franchi ristrutturato?
Punto quarto: quanto ha concorso e concorre all'aumento di tempi e costi di esecuzione dei lavori la coabitazione di cantieri e partite?
Una serie di interrogativi che necessiterebbero di essere chiariti rapidamente, anche per fermare la serie di supposizioni che alle volte si trasformano in mere illazioni che hanno il solo scopo di alimentare la querelle politica. Ma l'indirizzo della giunta guidata dalla sindaca Sara Funaro è chiaro: «comunichiamo soltanto a cose fatte». E perciò, con tutta probabilità, non resterà altro che attendere che si concretizzino o meno determinate possibilità. «Si starà a vedere», disse il cieco.








