Il metodo Paratici e la ricerca degli acquisti. I collaboratori fidati e l'ossessione del lavoro
Devoto al calcio al cento per cento. Chi conosce bene Fabio Paratici lo descrive così, sempre pronto a prendere appunti su giocatori interessanti ma anche a scattare quando c'è chi lo stuzzica davvero, perché ha l'ossessione del conoscere. E come ogni direttore sportivo ovviamente anche Paratici ha un suo metodo. Nello studio e nella ricerca dei calciatori. Un processo che nel corso degli anni ha coinvolto in maniera sensibile i collaboratori da lui scelti e spediti in giro per il mondo. Il capo scout a Firenze dovrebbe essere Lorenzo Giani che ha un'esperienza di più di quindici anni nel settore: andando a spulciare il suo curriculum, tra i "colpi" più recenti può vantare quello di Giovanni Leoni, preso dalla Samp a 1,5 milioni dalla Primavera 2 del Padova e che poi due anni dopo è stato ceduto dal Parma al Liverpool a 35 milioni di euro.
Un pool di specialisti - Tornando a Paratici, anche in virtù del suo lungo contratto di 4 anni e mezzo, c'è da pensare che progressivamente possa portare con sé una serie di suoi "uomini". Alla Juventus si era circondato - con Marotta - di un gruppo di professionisti che poi sono cresciuti fino a diventare figure di prestigio assoluto in altri club, vedi ad esempio Pablo Longoria ora presidente del Marsiglia. Ma anche, tra gli altri, Cherubini ad del Parma, Javier Ribalta ora ds dell'Aek Atene, Giovanni Manna ds del Napoli e Ottolini che dopo l'esperienza al Genoa diventerà ds della Juve. Senza dimenticare Matteo Tognozzi, ora ds del Rio Ave in Portogallo, acuto scout che ha contribuito all'individuazione di talenti come Soulè e Huijsen.
I giovani talenti - Alla Juve, vista anche la squadra Under23, c'era ancor più la necessità di avere un'ampia gamma di specialisti ma la speranza è che, magari in scala ridotta, Paratici possa riprodurre a Firenze uno stile di lavoro capace anche di scovare quei giovani di talento vero alla Soulè appunto, che possano essere il futuro della Fiorentina o comunque anche valide pedine di scambio. L'impressione - ma qui guardiamo abbastanza lontano - è che col tempo possa essere pure essere settorializzato il lavoro, arrivando ad esempio ad affidare ad una persona la responsabilità di occuparsi dell'area prestiti (compito che alla Juve all'epoca spettava a Claudio Chiellini). Di sicuro Paratici si fida molto dei suoi collaboratori e delle relazioni che gli vengono proposte. Se poi resta particolarmente intrigato da un calciatore che gli viene segnalato è lui che si muove in prima persona per visionarlo e poi per parlarci e per conoscerlo. Adesso c'è ovviamente da salvarsi ma chissà che, sempre col tempo, non possa riaffacciarsi la possibilità della seconda squadra per la Fiorentina. "Costa grande fatica - disse qualche tempo fa - ma è come avere il Piacenza, la Reggiana o il Modena all'interno del nostro club. In questo modo si può fare formazione ai ragazzi e dargli la possibilità di giocare da professionista in tempi più rapidi". Ora però è tempo di mercato e chi conosce Paratici è convinto che abbia già in mente come aggiustare e rilanciare questa Fiorentina.






