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Chiellini, l'Argentina, i giovani, la Nations, il futuro dell'Italia: torna a parlare Mancini

Chiellini, l'Argentina, i giovani, la Nations, il futuro dell'Italia: torna a parlare ManciniTUTTO mercato WEB
sabato 28 maggio 2022, 00:49I fatti del giorno
di Marco Conterio

L'Argentina a Wembley, la Nations League. Prima lo stage, ora via al ritiro che preparerà queste partite, il futuro del calcio italiano, Chiellini, i giovani e non solo. Da Coverciano, ieri, ha parlato il ct azzurro Roberto Mancini.

Come giudica lo stage?
"I tre giorni sono stati ottimi, abbiamo visto più di 50 giocatori e quasi tutti bravi, con un grande futuro. Speriamo abbiano la possibilità di giocare. Chi è rimasto qui non è rimasto perché migliore degli altri, ma perché la mattina abbiamo la possibilità di allenarli e valutarli ancora meglio così' da accorciare i tempi per questi giovani che hanno grandi qualità".

Ha peccato di riconoscenza?
"Non credo sia questo. Se valutiamo la questione tecnica, dovevamo andare direttamente al Mondiale per il gruppo che abbiamo fatto. Purtroppo alcuni episodi hanno pesato e la dimostrazione è la gara con la Macedonia, dove ci sono stati tanti episodi negativi e poi loro hanno segnato con un rilancio a 50 metri al 92esimo. La nostra è una squadra giovane, non era un problema di riconoscenza".

Che clima percepisce attorno a questa Nazionale?
"I tifosi sono ancora attaccati a noi, nonostante quanto accaduto. Undici mesi fa abbiamo vinto un campionato europeo strameritandolo, questa squadra ha regalato grandi emozioni".

Cosa rappresenta la vittoria della Conference League?
"E' importante per il calcio italiano e per noi, perché i nostri nazionali giocano gare importanti. E' chiaro che rispetto a chi si gioca la Champions la distanza è ancora importante".

Come giudica la Nations League?
"E' il girone più difficile. Inghilterra e Germania sono forti e l'Ungheria, allenata da un ct italiano, sarà difficile da affrontare".

Lo stage è esperimento che verrà ripetuto?
"Quando io era ragazzo accadeva, almeno una volta al mese eravamo qui e credo si possa fare anche adesso. Abbiamo visto 52 ragazzi e alcuni erano giocatori che non conoscevamo. E alcuni sono molto bravi, come è possibile che non giochino in una squadra di Serie A? Per noi può essere molto utile".

Hai idea di svoltare in queste gare di Nations League?
"Noi non possiamo cambiare tutta la squadra, ma possiamo inserire qualcuno dei ragazzi un po' più giovani che hanno giocato meno. Giocare contro Inghilterra, Germania e Ungheria credo possa essere molto utile".

Credi la Nazionale possa tornare al centro dei piani del calcio italiano?
"Il fatto che si possa lavorare coi giovani durante la settimana, durante l'anno, sia una cosa positiva. Credo a marzo si potesse fare qualcosa di più, ma ciò che accadrà in futuro non lo so. Non si può preparare una gara così importante in un giorno, ecco".

Hai mai pensato all'addio?
"Uno può pensare a volte, così. Ma poi dopo la Nazionale è così importante, e la gioia è stata così grande, che vale la pena aspettare. Quando si vince con la Nazionale è qualcosa totalmente differente, poi nella vita mai dire mai".

Più difficile ora o quattro anni fa? Quanti giocatori porterai a Wembley?
"Qualcuno dopo Wembley andrà a riposarsi, alcuni ragazzi andranno nelle varie Under. Noi quattro anni fa abbiamo messo insieme una squadra e l'abbiamo fatta giocare bene, possiamo farla anche adesso".

Contro l'Argentina formazione dettata da chi ha vinto l'Europeo? Di Lorenzo e Spinazzola sono pronti?
"Di Lorenzo mi sembra di si, Spinazzola è andato abbastanza bene nell'ultimo mese".

Proverai a convincere Chiellini a restare?
"No, ha fatto la sua scelta. Lo ringrazierò nuovamente ma è giusto che intraprenda la sua strada".

TMW - Oltre a Chiellini, altri giocatori mercoledì giocheranno l'ultima gara in Nazionale?
No, qualcuno magari giocherà l'ultima di quest'anno. Magari torneranno a casa perché poi dobbiamo fare delle scelte, ma nessuno ha l'età di Giorgio e poi magari in futuro potranno tornare utili".

Si sente ancora amato dai tifosi?
"Ogni allenatore quando vince è amato e quando non vince molto meno. Io vedo che la gente ha ancora in mente l'Europeo, quindi la maggior parte delle persone che ho incontrato mi ha confortato. Quello ha mitigato un po' la delusione della mancata qualificazione, ma la differenza è che la mancata qualificazione è immeritata. Dobbiamo ripartire ed essere più forti di prima".

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