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Le grandi trattative dell’Inter - 1984, Kalle Rummenigge prepara il terreno ai successi
Il neo presidente Ernesto Pellegrini è sbarcato in un ambiente nato per essere competitivo sempre. Eppure lo scudetto l’Inter non lo vince dall’ottanta. Quello prima era arrivato 9 anni prima, e ancora a ritroso, l’undicesimo titolo i nerazzurri lo avevano conquistato a distanza di 7 anni dal precedente. Serve continuità, per l’Inter. Il nuovo leader del club meneghino scende in campo per la prima campagna acquisti della sua gestione. Condottiero in panchina è Ilario Castagner che rileva (il deludente) Luigi Radice. I volti freschi sono due: Liam Brady, già due volte di fila campione d’Italia con la Juventus, e Karl-Heinz Rummenigge che agli occhi del mondo era considerato il centravanti più completo in circolazione.
Dopo dieci anni al Bayern Monaco, a partire dalle giovanili, Kalle sbarca a Milano all’età di 29 anni dopo aver vinto tutto: due volte la Bundesliga, due volte la Coppa di Germania, due volte la Champions League (allora Coppa dei Campioni) che porta poi al successo in Coppa Intercontinentale e, individualmente, i titoli di capocannoniere del campionato tedesco (in tre occasioni) e della Champions dell’81. Ah, beh, certo. Rummenigge sposa l’Inter dopo aver conquistato pure due Palloni D’Oro. Pellegrini, quando i presidenti in parte facevano anche i direttori sportivi, aveva già annunciato in aprile il fuoriclasse di Germania, per una cifra vicina ai 9 miliardi di lire.
Alla Pinetina arriva un’icona del calcio europeo, descritto da tutti come pure un uomo di grandi valori, sani principi, spiccato altruismo. Come lo stesso leader della società che lo ha voluto a tutti i costi. “Volevo un grande giocatore, di valore mondiale, ma anche un uomo, com’è, di grande semplicità e umanità. Ancora oggi, quando succede, mi emoziona essergli vicino”. Con Kalle inizia il nuovo ciclo interista che culminerà nello scudetto dei record. Rummenigge resterà soltanto tre anni, in perfetta sintonia con Altobelli, ma senza alcun trionfo. La storica rovesciata annullata in Coppa Uefa contro il Glasgow resta un marchio della storia interista. Il suo passaggio in nerazzurro, cruciale per i successi che di lì a poco sarebbero arrivati.
Dopo dieci anni al Bayern Monaco, a partire dalle giovanili, Kalle sbarca a Milano all’età di 29 anni dopo aver vinto tutto: due volte la Bundesliga, due volte la Coppa di Germania, due volte la Champions League (allora Coppa dei Campioni) che porta poi al successo in Coppa Intercontinentale e, individualmente, i titoli di capocannoniere del campionato tedesco (in tre occasioni) e della Champions dell’81. Ah, beh, certo. Rummenigge sposa l’Inter dopo aver conquistato pure due Palloni D’Oro. Pellegrini, quando i presidenti in parte facevano anche i direttori sportivi, aveva già annunciato in aprile il fuoriclasse di Germania, per una cifra vicina ai 9 miliardi di lire.
Alla Pinetina arriva un’icona del calcio europeo, descritto da tutti come pure un uomo di grandi valori, sani principi, spiccato altruismo. Come lo stesso leader della società che lo ha voluto a tutti i costi. “Volevo un grande giocatore, di valore mondiale, ma anche un uomo, com’è, di grande semplicità e umanità. Ancora oggi, quando succede, mi emoziona essergli vicino”. Con Kalle inizia il nuovo ciclo interista che culminerà nello scudetto dei record. Rummenigge resterà soltanto tre anni, in perfetta sintonia con Altobelli, ma senza alcun trionfo. La storica rovesciata annullata in Coppa Uefa contro il Glasgow resta un marchio della storia interista. Il suo passaggio in nerazzurro, cruciale per i successi che di lì a poco sarebbero arrivati.
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