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La ricetta scelta da Gravina per rilanciare l'utilizzo in Serie A dei calciatori italianiTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 10:06Serie A
di Raimondo De Magistris

La ricetta scelta da Gravina per rilanciare l'utilizzo in Serie A dei calciatori italiani

Come aumentare l'utilizzo di calciatori italiani in Serie A senza la possibilità di poter imporre alcunché ai nostri club? Come incentivare gli investimenti sui nostri giovani senza inserire vincoli? Nel corso della lunga intervista concessa al 'Corriere dello Sport', il presidente della FIGC Gabriele Gravina è tornato sul tema della sostenibilità. "Abbiamo approvato una norma che permette di scorporare dal numeratore dell’indicatore del costo del lavoro allargato gli ammortamenti e gli stipendi degli Under 23 italiani. Rendiamo conveniente puntare sui giovani azzurri", ha dichiarato il numero uno della FIGC. Ma cosa vuol dire? Innanzitutto bisogna fare un passo indietro e parlare del costo del lavoro allargato, ovvero il criterio di valutazione votato dai club che ha sostituito il vecchio indice di liquidità. Stando a questo nuovo parametro, il costo del lavoro che riguarda ammortamenti, commissioni e ingaggi non può superare l'80% dei ricavi complessivi. In pratica, i club di Serie A su dieci euro non possono spenderne più di otto per il costo complessivo riguardante pagamento e acquisto di calciatori. Un indice che dalla prossima estate scenderà ancora, passerà dall'80 al 70%. Grossomodo come già succede con i club impegnati nelle competizioni UEFA, i club possono spendere di pari passo con i loro ricavi. Ma in Italia se sforano questo indice i proprietari possono rientrare anche immettendo nuova liquidità nella società. E se tutto ciò non avviene, ecco che può arrivare il blocco del calciomercato proprio come accaduto alla Lazio la scorsa estate. E a gennaio chi rischia il blocco del mercato? Tutto dipenderà dalle analisi che verranno ultimate a metà dicembre dalla nuova commissione voluta dal Ministro Abodi che ha sostituito la Covisoc. Per il 'Corriere dello Sport' oltre alla Lazio, stando alle ultime misurazioni di settembre, rischiano Napoli, Sassuolo, Genoa, Pisa Torino, Roma e Fiorentina. In caso di infrazione a questi club verrebbe imposto per gennaio un 'blocco soft', ovvero permetterebbe loro di fare comunque delle operazioni ma chiudendo la sessione a saldo zero. Ma come questo può incentivare l'utilizzo di calciatori italiani? Proprio per quanto detto da Gravina nel corso dell'intervista di ieri. La FIGC ha infatti scorporato dall'indice del costo del lavoro allargato gli investimenti sugli Under 23 italiani. Tutte le spese per cartellini, ammortamenti e stipendi di giovani calciatori italiani non incideranno in pratica su questo indice. Facendo così la FIGC vuole incentivare gli investimenti sui calciatori italiani e il loro utilizzo. Un utilizzo ormai giunto ai minimi termini visto che ormai nell'attuale Serie A ci sono meno di 100 giocatori convocabili dal CT Gattuso.