La Juve di Spalletti il giusto mix per pensare allo scudetto
Proprietà presente, società strutturata, un grande allenatore, ovviamente i giocatori: con questo mix la Juve ha generato i successi del passato. Nelle ultime stagioni qualche elemento è mancato. Per esempio, sul fronte dirigenziale, Giuntoli aveva la responsabilità di troppi ambiti, abbiamo visto com'è andata a finire. Ora c'è sì un capo, Comolli, ma sotto di lui una struttura definita. Finalmente un ds, Ottolini, quindi Modesto dt e Chiellini. L'ex capitano, sulla carta è una sorta di Ministro dei rapporti con le istituzioni, ma è lecito pensare ci si affidi a lui per far spiegare al gruppo la juventinità Così come immaginiamo possa fungere da “consulente” dello stesso Amministratore delegato per questioni meramente calcistiche e non solo. Pare sia stato proprio Giorgio a consigliare l'ingaggio di Spalletti. L'ex ct era stato contattato già la scorsa estate, ma la ferita azzurra era troppo fresca e alla fine non si è fatto nulla. Matrimonio slittato di qualche mese, complice l'esonero di Tudor. Tutto ovviamente con l'approvazione di Elkann. Ecco, la presenza della proprietà è fondamentale per tutti. Nella cena di Natale l'input è stato chiaro: bisogna vincere. Lo scudetto manca dal 2020, è tempo quanto meno di tornare a lootare per conquistarlo.
Spalletti ha preso in mano una Juve piena di problemi sotto ogni punto di vista. Intanto la squadra era fuori dalla zona Champions, dopo una serie di risultati conditi da pareggi e sconfitte. Il feeling tra Tudor e qualche giocatore sembrava svanito. Era netta la sensazione di un gruppo mentalmente fragile. Così Lucio ha indossato il doppio vestito: tuta da allenatore e camice bianco dello psicologo. La parola scudetto, però, l'ha pronunciata sin dal primo giorno. Fisiologiche difficoltà iniziali, il tempo necessario per conoscere i suoi ragazzi, piano piano il tecnico toscano sta mettendo al squadra sulla retta via. I successi contro Roma e Bologna sono botte di vitamina pura, in termini di classifica (quarto posto a-1) ed emotiva. I giocatori hanno la consapevolezza di essere più forti di quanto pensassero loro stessi. Motta prima e Tudor dopo, non avevano trasmesso queste sensazioni. La rivitalizzazione di alcuni elementi è sintomatica, come mettere al centro del villaggio Yildiz. Sul fronte tecnico/tattico, Spalletti è evoluto, di livello superiore ai suoi due predecessori. Intanto riesce ad adattarsi alle caratteristiche del materiale umano a disposizione. I moduli contano, ma fino ad un certo punto. Più importante il modo con cui si occupano alcuni spazi. Ora serve una mano dal mercato, per continuare sulla scia vincente. Le prossime 5 gare di campionato ci diranno la verità sulle ambizioni scudetto della Juve.






