Dai 35 milioni spesi dal Milan alla sfortuna per i troppi infortuni. Caldara dice addio al calcio
Mattia Caldara saluta il calcio giocato. A 31 anni, il difensore nato a Bergamo ha scelto di appendere gli scarpini al chiodo. Colpa di un fisico che non ha mai sostenuto le sue potenzialità, individuate da tanti top club della nostra Serie A: dalla Juventus all'Atalanta, fino al Milan che per il suo cartellino (in un'operazione allargata che comprendeva anche Bonucci e Higuain) arrivò a spendere fino a circa 35 milioni di euro.
"Caro calcio, io ti saluto. Ho deciso di smettere. No, non è stato facile deciderlo. Non lo è neanche scrivere queste parole. 'Caro calcio, io ti saluto'. Continuo a rileggerle. Forse è un modo per accettarlo. Accettarlo un po’ di più. Ora ho trovato un po’ di tranquillità. Ma ci ho messo un po’ per prendere questa decisione. Tutto è nato a luglio dopo una visita da uno specialista: 'Mattia non hai più la cartilagine della caviglia. Se continui tra qualche anno dovremo metterti una protesi'. Il mio corpo mi aveva tradito. Questa volta, forse, in modo definitivo", ha spiegato l'oramai ex difensore, prima di tornare proprio sui momenti di quel trasferimento al Milan.
"Tante squadre si erano interessate a me in quei mesi. A dicembre sono stato preso dalla Juve. E in quel periodo la Juve era una realtà a parte, inavvicinabile. In bianconero, però, non ci ho mai giocato. Sono rimasto in prestito a Bergamo ed è stato giusto così. Non ero ancora pronto per un salto di quel tipo. A Torino poi ci sono arrivato nel 2018, senza però fermarmi. Venivo da stagioni in cui ero abituato a giocare e lì avevo davanti Chiellini, Bonucci, Barzagli. 'Abbi pazienza Mattia. Resta qui', mi ripeteva Giorgio. Ma io sapevo che non avrei trovato spazio. Sono rimasto poche settimane, solo per il ritiro estivo".
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