Brutti ma vincenti? Va benissimo. La dirigenza torni da Maignan con il rinnovo. Storari sabato vieterà anche i cellulari?
In un’annata così, la priorità non è esser belli. La priorità di questo Milan è la ricostruzione di una mentalità vincente, presa a picconate negli ultimi anni tra allenatori, rivoluzioni di rosa e scelte dirigenziali ampiamente discutibili. In estate si è corsi ai ripari prendendo l’incarnazione del pragmatismo, del risultatismo, della capacità di costruire in mezzo alla polvere un qualcosa che lui conosce bene. Il derby è rossonero, ancora, di nuovo, in un’altra maniera rispetto a quelli della passata stagione, ma quello che conta è che il Milan abbia vinto. Lo ha fatto soffrendo, accettando di prendere pugni all’angolo per poi aprirsi dei varchi e quando l’Inter aveva colpito ai fianchi, il Milan ha avuto la forza di restare in piedi appoggiandosi anche alle corde, metafora del palo. Ma la solidità mentale di questa squadra è impressionante e forse l’ambiente non ci è ancora abituato. Il corto muso di Max è una filosofia che si sposa bene con quella che è la rosa attuale, poi a gennaio servirà intervenire per mettere a posto le falle numeriche e qualitative che ci sono e non possono essere negate.
L’eroe del derby di ieri sera è stato Mike Maignan. Non ci sono dubbi, perché se Pulisic ha segnato il gol vittoria, il capitano ha fatto una delle sue prestazioni prime da quando è al Milan. Decisivo su Thuram e Lautaro nel primo tempo, con due parate pazzesche, è sul rigore di Calhanoglu che compie la magia delle magie. Mike è entrato nel cranio del turco e gli ha mandato in tilt i neuroni, mangiandoselo. La preparazione del rigore è stata perfetta, con una serie di giochi mentali che sono culminati nello scoprire maggiormente l’angolo alla sua destra, invitando il turco a calciare lì. Calhanoglu ha abboccato e Mike, leggendone le intenzioni, ha caricato la parata nel momento in cui l’interista ha abbassato la testa, perdendo il contatto visivo con i movimenti di Maignan. La spinta è stata perfetta, l'impatto col pallone pure e il riflesso sulla respinta la ciliegina sulla torta.
E adesso la dirigenza, con in testa Giorgio Furlani, faccia un clamoroso passo indietro e si sieda al tavolo con Mike per il rinnovo di contratto. Perché il pensiero che tra meno di due mesi Maignan può firmare con un altro club e andare via a zero è follia pura. Lui è uno dei leader assoluti di questo spogliatoio e non ci si può permettere di perderlo così. Prendetelo, convocatelo a Casa Milan, cercate di mettere tutto alle spalle e ritirate fuori quel contratto che era stato stilato verbalmente a febbraio e poi cestinato perché impressionati negativamente dagli errori in Champions League. Non rinnovare Maignan sarebbe un crimine.
Ma ieri sera c’è chi ha fatto una figuraccia a livello mondiale e questa è la procura di Milano, con i pm che hanno firmato gli ordini di divieto dell’ingresso dello striscione Sodalizio Rossonero. Una decisione assurda, iniqua, che si basa sul fatto che la parola Sodalizio richiami ad associazioni sovversive o pericolose. Siamo alla follia interpretativa di chi si sta accanendo contro una tifoseria per dimostrare che esistono ancora gli sceriffi. Ma quando si sono accese le torce dei telefoni in curva, che hanno composto proprio quella parola lì, ovvero Sodalizio, andato in onda in mondovisione, forse a qualcuno saranno tremati i polsi. Chissà che il risultato finale, poi, non abbia ulteriormente guastato la serata all’esimio pm che magari imporrà il divieto d’ingresso dei cellulari allo stadio… Tanto ormai vale tutto no?








