
Milan-Como a Perth può saltare? Possibile effetto domino dopo il dietrofront spagnolo
LaLiga torna sui suoi passi e lascia da sola la Serie A. Il massimo campionato spagnolo, ieri sera, ha annunciato l’annullamento della disputa di Villarreal-Barcellona a Miami il prossimo 21 dicembre. Un dietrofront inevitabile dopo le proteste dei tifosi e, soprattutto, dei giocatori: esclusi quelli dei due club coinvolti, per evitare sanzioni da contratto, tutti gli altri sono rimasti immobili nei primi 10-15 secondi delle gare dell’ultimo turno di campionato. Immagini che sono state sostanzialmente censurate dalle Tv spagnole - la regia è centralizzata nelle mani della Liga di Javier Tebas -, ma che hanno comunque trovato il modo di fare capolino (e rumore) sui social.
Il potenziale effetto domino su Milan-Como, che dovrebbe giocarsi il prossimo 8 febbraio a Perth, non è così scontato. Come vi abbiamo raccontato ieri, alla base vi sono due differenze sostanziali. La prima è legata alle scelte dei calciatori e dell’associazione di categoria: a oggi, non sono in programma forme di protesta plateale da parte dell’AIC - preoccupata più di evitare che andare all’estero diventi un’abitudine, che dalla gara in sé -, a differenza di quanto accaduto in Spagna. Nonostante le prese di posizione da parte di Rabiot e Maignan, anche dai gruppi squadra di Milan e Como non sono arrivate richieste in tal senso. Il motivo c’è ed è la seconda grande differenza rispetto al caso spagnolo: se lì a promuovere partita all’estero era stata la Liga - che ci aveva già provato nel 2018 - in questo caso è soprattutto il Milan ad aver spinto per andare in Australia. Chiariamo: i soldi c'entrano fino a un certo punto, la partita frutterà 8-9 milioni e non si tratta di cifre dell’altro mondo. Considerando le difficoltà di organizzare una settimana agli antipodi, e il fatto che la torta andrebbe spartita tra venti club (con una quota maggiore al Milan ovviamente), non si parla di un incasso esponenzialmente diverso da quello che avrebbe garantito San Siro. Le motivazioni sono soprattutto promozionali: se poi l’Australia sia una fetta di mercato da aggredire, questa è un’altra storia. Ciò non toglie che, specie dopo ieri, la disputa della partita a Perth non si possa dare per nulla scontata.
I prossimi passi. Dopo l’ok riluttante della UEFA - che aveva detto sì anche alla Spagna -, la Lega Calcio Serie A aspetta gli ultimi responsi, su tutti quello della FIFA. Il sì della confederazione mondiale è considerato molto probabile: nonostante la contrarietà del presidente Gianni Infantino, la FIFA ha dovuto chiudere in via transattiva il precedente contenzioso con LaLiga e a Zurigo sono consapevoli di quanto i margini siano stretti. Anche qui, però, la defezione spagnola può avere i suoi effetti sul caso italiano: che la Serie A impugni un eventuale “no” della FIFA - come avrebbe fatto Tebas - è tutto tranne che probabile. La Lega, pur essendosi esposta con l’ad De Siervo, ha supportato l’idea di una gara all’estero, ma per molti club non è certo indispensabile e alcuni (basti pensare al Torino del presidente Urbano Cairo) sono esplicitamente contrari. Sul punto ci torniamo. Prima però un altro elemento di cronaca: prima ancora che l’ok della FIFA, servirà quello della federcalcio australiana (e della confederazione asiatica). Per ora non è arrivato, e a quanto pare potrebbe a sorpresa essere un nodo della questione.
Milan-Como a Perth è a rischio? Nì. Senza proteste, i giocatori non accendono la miccia che in Spagna è stata invece essenziale. L’impressione è che però sia davvero l’unica cosa a mancare, dopo la defezione spagnola. Negli uffici del calcio italiano, infatti, sono in tanti a pensare che, tutto sommato, la partita all’estero si potrebbe anche evitare e non è un caso che al momento non vi siano stati ancora sopralluoghi nelle zone che dovrebbero ospitare la partita. Una cosa è certa: se ne parlerà ancora a lungo.
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