Altafini: "Oggi giocherei nel Bologna. Non tollero chi entra in campo e prega"
Jose Altafini non è mai banale nelle sue dichiarazioni e non lo è stato neanche questa volta nell'intervista rilasciata a Il Giornale, nella quale ha spiegato quale maglia gli piacerebbe indossare oggi: "Quella del Bologna. Una città che sa vivere, gioviale, un pubblico esigente, ma sportivo. Segnai due gol in Bologna-Napoli (14 dicembre del 1969), il primo fu una conclusione ordinaria, poi ci fu il pareggio di Savoldi, il mio secondo gol fu, effettivamente, spettacolare, stop, palombella sull’avversario, tiro immediato, palla nella porta di Adani (Amos ndc), per cinque minuti il pubblico mi applaudì, non ho mai cancellato quel momento".
Curioso ciò che rivela riguardo al calcio di oggi: "C’è una cosa che non tollero, i calciatori che entrano in campo e pregano, magari rivolti verso la tribuna. Lo facciano nello spogliatoio, in silenzio, lontano dalla gente, il torero non prega mai nell’arena. Io ho un santo protettore, non ha un nome, non lo conosco ma so che c’è, mi segue, mi ha aiutato nei momenti difficili, è il mio spirito guida".
Infine parla così dei suoi eredi e del fatto che esista o meno un nuovo Altafini: "Non amo i paragoni. Di certo Haaland è un fenomeno, di forza, di gol. Non ha qualità tecniche come i grandi fuoriclasse ma la sua potenza esplosiva e i suoi numeri di goleador sono indiscutibili. Oggi a San Siro, in Italia-Norvegia, lui sarà uno spettacolo, un incubo per qualunque difensore».
Altre notizie
Ultime dai canali
Primo piano






