"Ognuno ha il diritto di essere qui": Auckland City deriso, la replica del portiere Tracey

"Ognuno ha il diritto di essere qui". Ha alzato la voce Conor Tracey, portiere dell'Auckland City che ha subito nell'arco di due sole partite del Mondiale per Club contro Bayern Monaco e Benfica ben 16 reti nel girone C. Squadra neozelandese che è automaticamente già fuori dal torneo intercontinentale in programma negli Stati Uniti e derisa sui social per il netto divario mostrato con gli avversari europei, dopo il 10-0 inferto dai bavaresi di Kompany e il 6-0 dalle Aquile di Di Maria.
L'Auckland, appurata la totale disfatta all'esordio, ha provato anche a scambiare i portieri nelle due partite ma il risultato non è cambiato. "C'è un'enorme differenza tra l'Europa e il resto del mondo, in particolare l'Oceania", riconosce il portiere neozelandese, che però non accetta di essere denigrato per la diversità di forza con altre formazioni partecipanti. "Sapendo che si tratta di un mondiale bisogna includere tutti, ciò include anche il nostro piccolo angolo nel Pacifico - spiega Tracey a Le Parisien -. Abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo punto, non è stato facile. Quindi penso che tutti abbiano il diritto di essere qui".
Per partecipare al Mondiale, il giocatore dell'Auckland City ha dovuto fare dei sacrifici, accantonando per un momento il lavoro in un'azienda farmaceutica e aggrappandosi alle ferie, rinunciando però a parte dello stipendio: "Penso di avere solo una o due settimane di ferie pagate. Il resto è denaro perso. Non ho mai fatto parte di un evento come questo. È incredibilmente unico. È bellissimo giocare al calcio e far parte di qualcosa di così grande".
