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tmw / napoli / Il Due di Piccari
Ultima di Serie A del 2025, a chi credere e a chi non credere…TUTTO mercato WEB
Oggi alle 09:09Il Due di Piccari
di Marco Piccari

Ultima di Serie A del 2025, a chi credere e a chi non credere…

Come tutte le settimane torna la rubrica del direttore di TmwRadio Marco Piccari, che analizza i temi principali della 17ª giornata di serie A Due di Cuori Chivu in vetta, Allegri al Max inseguimento e Conte sempre in agguato. A chi credere? Biagio Antonacci cantava “Non so più a chi credere” e oggi, leggendo la classifica, ho cominciato anch’io a canticchiare questa canzone. Dopo 17 turni di campionato, visto l’equilibrio generale, è davvero difficile credere in uno dei tre in maniera assoluta per la vittoria dello scudetto. Una cosa però è sicura: tutti e tre hanno conquistato il cuore dei loro tifosi. Il più giovane dei tre, Chivu, chiude in vetta e allontana i dubbi manifestati all’inizio nei suoi confronti. Ora sono tutti bravi a parlare di lui, ma a bocce ferme palesare delle incertezze su Chivu era anche logico. Le poche panchine in Serie A con il Parma non potevano non portare qualche perplessità nel guidare una squadra come l’Inter, chiamata a competere e vincere su più fronti. Se a tutto questo si aggiunge il finale negativo della scorsa stagione nerazzurra (vedi la pesante sconfitta in Champions e i problemi di spogliatoio), i dubbi erano destinati a lievitare. Al momento, nonostante qualche sbandata negli scontri diretti, Chivu sta tenendo alla grande. La squadra comanda e nella rosa si vedono anche forze fresche che, partita dopo partita, stanno trovando spazio. L’Inter c’è, eccome. Alle spalle di Chivu si piazza Allegri con il Milan. Max, al rientro in panchina, è partito da un nono posto con una squadra che andava rigenerata sia sul campo sia in società. Con lui è arrivato anche il ds Tare, che ha portato Rabiot, Modrić e altri giocatori, alcuni ancora da scoprire, come Jashari. Qualche incertezza rimane in attacco: Nkunku, altro acquisto, si è svegliato solo contro il Verona. Inoltre i punti persi con le “piccole” sono una crepa da non sottovalutare. Nonostante questo, il Milan chiude il 2025 al secondo posto, mostrando solidità, concretezza e a tratti qualche barlume di gioco. Direi in perfetto stile “allegriano”: questa è la vera garanzia rossonera. E Conte? In campionato è sempre lì, anche a Cremona il suo Napoli ha mandato forti segnali. Antonio sbuffa, sbraita, lancia messaggi apocalittici, ma alla fine non molla mai la preda. E per preda intendo lo scudetto. Il suo Napoli è forte, molto più forte della passata stagione, inutile girarci intorno. Sì, ha perso Lukaku (che sta per rientrare) e De Bruyne, ma è arrivato Højlund, che in questo momento è il miglior “9” del nostro campionato. Dico 9 perché Lautaro segna come un nove, ma è molto di più. Al danese va aggiunto anche Neres, che, guadagnata la fiducia di Conte, sta facendo dimenticare Kvaratskhelia con gol e dribbling a ritmo di samba. Inoltre il tecnico ha la grande capacità di cambiare tatticamente e andare sempre oltre l’emergenza. Certo il Napoli viaggia piano in Europa, ma questo è un vecchio limite delle squadre di Conte; in campionato, però, resta sempre vivo e pronto a mordere. Alla fine, a chi bisogna credere? Fate voi: il quesito rimane e solo il campo potrà rispondere. Al momento continuo a pensare che Inter e Napoli siano più strutturate per il titolo, con un leggero vantaggio per Conte, perché secondo me ha fissato l’obiettivo. Antonio vuole entrare nella storia del club azzurro con il secondo scudetto consecutivo. L’impresa è nella sua testa: la tigre Conte sente l’odore della preda. Attenzione però alla Juve: con Spalletti al comando questa squadra è diventata più credibile. Contro Bologna e Roma si sono visti segnali importanti di gioco, mentre contro il Pisa è emersa la qualità di Zhegrova e il carattere del gruppo. Segnali chiari: occhio alla Juve di Luciano. Da non dimenticare la Roma: l’impronta di Gasperini si vede e anche contro il Genoa il gioco non è mancato. Certo, in attacco manca il bomber di razza e per questo, al momento, la squadra è più credibile per la zona Champions che per altro. Due di Picche Di sicuro si fatica a credere nella Fiorentina. Nell’ultima del 2025 rimedia una sconfitta pesante contro il Parma e la salvezza si fa sempre più ardua. Una caduta notevole in uno scontro diretto. I tre punti raccolti nelle ultime tre partite, contro squadre ampiamente alla portata, fanno vedere la Serie B sempre più vicina e sembra che solo i giocatori non ne abbiano percezione. A questo punto sarebbe meglio programmare la prossima stagione come se la retrocessione fosse già realtà: poi, se arriverà la salvezza, tutto di guadagnato. In caso contrario, alcuni big dovrebbero scendere in B con la Viola per aiutarla a risalire, perché sono stati tra i maggiori responsabili. Kean e Gudmundsson dovrebbero essere i primi a saperlo. Nessuno può abbandonare la nave. Sempre meno credibili appaiono arbitri, VAR e l’intero sistema. In Udinese–Lazio un altro caso da bufera. Dopo il gol convalidato all’Udinese per la presunta mancanza di immediatezza tra il tocco involontario di mano di Davis e la rete, la rabbia del club di Lotito è esplosa con un’immediata PEC alla FIGC e alla Lega Serie A. Personalmente non credo al complotto, ma credo fermamente che il regolamento non venga più applicato, bensì interpretato, generando solo confusione. Troppe incongruenze nelle decisioni. I concetti di “immediatezza” e di “chiaro ed evidente errore” stanno sgonfiando il pallone e mandando in tilt una classe arbitrale inadeguata. Bene ha fatto la Lazio a chiedere chiarezza e risposte alle istituzioni del calcio dopo una serie ripetuta di storture arbitrali, anche se sappiamo già che nessuno ammetterà gli errori e che, alla fine, la ragione starà sempre dalla stessa parte. La risposta pubblica del presidente della Lega Simonelli alla Lazio fa capire il livello molto basso: c’è poco da commentare. Rocchi (che non ha mai arbitrato con il VAR), ad Open VAR, confermerà tutto. Noi, come sempre, abbiamo visto altro. Jolly Chiudo con il jolly della settimana, pescato dal Cagliari contro il Torino. Kılıçsoy realizza il gol partita con una giocata d’autore, tutta da vedere e rivedere: dribbling a raffica per saltare gli avversari e depositare il pallone in porta. Spettacolo puro!