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Villar: "Spero di poter tornare alla Roma e giocarmi le mie carte. Ancora un anno di contratto"
Gonzalo Villar, centrocampista della Roma in prestito al Getafe, ha parlato anche del suo futuro nel corso di un'intervista con Cronache di Spogliatoio: "Con Fonseca giocavo sempre, avevo tanta fiducia in me stesso e sapevo che era ricambiata da allenatore e compagni. Quando ti senti così bene fisicamente e mentalmente puoi solo fare bene".
Che vede nel suo futuro?
"Spero di poter tornare alla Roma, dove ho ancora un anno di contratto, e di giocarmi le mie carte, dimostrando il mio valore. Penso che, visti i tanti infortuni di quest’anno, avrei potuto dare una mano. Sarebbe un onore per me tornare a far parte di quel gruppo e poter giocare agli ordini di Mourinho, uno dei più grandi allenatori degli ultimi vent’anni".
Con Mourinho che rapporto ha?
"Per Mou nutro grande rispetto. Mi disse subito, dal primo giorno, che preferiva centrocampisti con doti diverse dalle mie. Io ho cercato in tutti i modi di farmi notare in allenamento ma purtroppo non è andata bene. Complessivamente la mia vita a Roma è durata il tempo di una stagione completa. Nonostante ciò faccio sempre il tifo per loro, ho seguito tutte le partite, compresa la finale persa".
Come ripensa a lei nella Roma?
"Quando rimani fuori per tanto tempo, nasce dentro di te una sorta di ansia di giocare. Molto spesso, purtroppo, questa è una cosa negativa perché ti porta a essere insicuro e timoroso in campo. La serenità, quando si è in campo, è una degli aspetti principali, soprattutto per un giocatore come me che ama toccare tanto il pallone".
Che vede nel suo futuro?
"Spero di poter tornare alla Roma, dove ho ancora un anno di contratto, e di giocarmi le mie carte, dimostrando il mio valore. Penso che, visti i tanti infortuni di quest’anno, avrei potuto dare una mano. Sarebbe un onore per me tornare a far parte di quel gruppo e poter giocare agli ordini di Mourinho, uno dei più grandi allenatori degli ultimi vent’anni".
Con Mourinho che rapporto ha?
"Per Mou nutro grande rispetto. Mi disse subito, dal primo giorno, che preferiva centrocampisti con doti diverse dalle mie. Io ho cercato in tutti i modi di farmi notare in allenamento ma purtroppo non è andata bene. Complessivamente la mia vita a Roma è durata il tempo di una stagione completa. Nonostante ciò faccio sempre il tifo per loro, ho seguito tutte le partite, compresa la finale persa".
Come ripensa a lei nella Roma?
"Quando rimani fuori per tanto tempo, nasce dentro di te una sorta di ansia di giocare. Molto spesso, purtroppo, questa è una cosa negativa perché ti porta a essere insicuro e timoroso in campo. La serenità, quando si è in campo, è una degli aspetti principali, soprattutto per un giocatore come me che ama toccare tanto il pallone".
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