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Valentini: “Juve, si vede la mano di Spalletti. Openda e David non sono prime punte”TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:17Serie A
di TMWRadio Redazione

Valentini: “Juve, si vede la mano di Spalletti. Openda e David non sono prime punte”

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Antonello Valentini è stato ospite di Tmw Radio nel settimanale appuntamento con l'Editoriale. La Juventus di Spalletti sta iniziando a dare delle buone risposte? "Di sicuro è una Juventus diversa rispetto a qualche tempo fa. Si inizia a vedere la mano di Spalletti, anche se c'è ancora molto da fare. Troppo spesso anche nei titoli di giornale si tende a passare troppo dalla depressione all'esaltazione. Ieri di sicuro ho visto una squadra che si muove in maniera più verticale, che aggredisce di più e che ha più iniziativa. Sta recuperando un ragazzo di talento come Zhegrova, mentre per l'attacco continuo a pensare che David e Openda non siano delle prime punte. L'assenza di Vlahovic, che si sottoporrà all'operazione chirurgica, impone una valutazione per un intervento sul mercato a Gennaio. Spalletti ora dovrà capire cosa inventarsi senza un centravanti vero". La vera cartina da tornasole per la Juventus sarà la partita contro il Napoli? "Non credo sia una partita decisiva, però i bianconeri ad oggi sono fuori dalla zone coppe, quindi dovranno cercare quantomeno di non prenderle. La Juventus deve ancora dimostrare di aver cambiato pelle, ma Spalletti ha tutti i numeri poer trovare delle soluzioni. Ne ha gia trovata una per Koopmeiners, che ora ha una nuova collocazione; lo stesso vale per Yildiz, che al centro può incidere molto di più rispetto a quando era troppo laterale". Anche il Napoli oggi sarà impegnato in Coppa Italia. Come hai visto gli azzurri nelle ultime settimane? "Ci ricordiamo tutte le polemiche che si sono susseguite dopo la pausa di riflessione di Conte successiva alla sconfitta di Bologna. In realtà l'allenatore si è ricaricato, così come la squadra. Ora l'allenatore sta facendo i conti con un organico privato di alcune pedine fondamentali, ma nonostante tutto a Roma ha strappato una vittoria, dimostrando un carattere incredibile. Si è visto un Napoli più compatto e grintoso. La Roma invece mi ha deluso molto, sembrava che giocasse a pallamano piuttosto che a calcio. L'assenza di Dovbyk pesa, ma anche lui ha segnato solo due gol, mentre Ferguson uno solo. I giallorossi devono fare i conti con loro stessi". Che idea ti sei fatto dei casi arbitrali degli ultimi giorni? "C'è una grande confusione al momento sull'utilizzo del Var. Anche l'unica cosa oggettiva, come il fuorigioco, ora è finita in discussione. Così si creano dei cortocircuiti tra sala Var e arbitri in campo. Ieri sera l'ultimo difendente aveva tenuto in realtà in gioco David in occasione del gol annullato. Quello che è successo in Milan-Lazio poi grida ancora vendetta al cielo. L'arbitro è stato chiamato erroneamente al Var e si è inventato un fallo inesistente. Così non si può più andare avanti e si crea solo confusione". Per la Federazione il 2026 sarà un anno fondamnetale? "Andare o non al Mondiale non può essere l'unica discriminante per il calcio italiano. Di sicuro è un passaggio fondamentale, dato che la Nazionale è la squadra di tutti e che non andare per la terza volta di fila al Mondiale sarebbe un disastro. Gravina però fa bene a dire che il problema non è rappresentato solo da lui. Ovviamente in quel caso dovrebbe parlare con sé stesso, ma non c'è alcun collegamento automatico tra una mancata qualificazione e le dimissioni di un presidente federale".