Gravina risponde ai suoi detrattori: "Se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali?"
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport per fare il punto sul calcio italiano e sulla sua posizione. Queste le sue principali dichiarazioni, a partire da un contro-attacco ai suoi detrattori: "A chi mi dice 'vai a lavorare' rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno".
Sul rischio di non qualificarsi a un altro Mondiale, Gravina interviene così: 'E perché mai? A marzo non manca molto e dopo l’inverno c’è sempre la primavera'. Ottimista? Sì, e lo faccio su basi concrete, reali, su elementi oggettivi come il percorso che ci ha portato fin qui al netto del secondo tempo con la Norvegia. Il pessimismo ci fa sprecare energie, disperderle non aiuta la causa. L’obiettivo è alla portata. Rimbocchiamoci le maniche, impegniamoci tutti insieme. E dico tutti".
Infine, una battuta sul suo non passo indietro: "Ogni volta che la Nazionale commette un passo falso, immediatamente c’è l’indignazione popolare e si chiedono le teste. Ci sto, è il gioco dei tifosi. Ma noi continuiamo a cercare colpevoli senza renderci conto che la Figc non può imporre certe cose, ma soltanto sensibilizzare. Abbiamo ad esempio approvato una norma che permette di scorporare dal numeratore dell’indicatore del costo del lavoro allargato gli ammortamenti e gli stipendi degli Under 23 italiani. Rendiamo conveniente puntare sui giovani azzurri".











