De Rossi: "Mi chiamarono De Zerbi e Montella, ma non volevo giocare contro la Roma"
Il tecnico del Genoa, Daniele De Rossi, si è raccontato in una lunga intervista concessa ai microfoni di DAZN, toccando diversi passaggi chiave del suo percorso recente. Dall’esonero maturato nel settembre 2024 sulla panchina della Roma all’arrivo in Liguria, fino a uno sguardo più ampio sulla propria carriera da calciatore e sugli allenatori che lo hanno segnato, De Rossi ha ripercorso scelte, momenti delicati e riflessioni personali che hanno accompagnato la sua evoluzione dentro e fuori dal campo. Di seguito un aneddoto interessante sulla Fiorentina di Montella e il Sassuolo di De Zerbi, che lo cercarono dopo l'addio alla Roma da giocatore:
"Ero curioso di fare esperienze. Non ho odiato smettere quanto avrei odiato trascinarmi in campo. Quando mi hanno comunicato alla Roma la decisione io lo avevo capito, si protraeva da troppo tempo. Avevo paura del dopo, ma io ho chiesto di saperlo. Era l'elefante dentro la stanza, ma io volevo saperlo. Ero curioso e poi volevo salutare i miei tifosi. Per quello chiesi a Guido Fienga di dirmi le cose. Avevo due alternative: convincerli, ma a livello di dignità non volevo. Volevo uscire con eleganza, non te la do la soddisfazione di stare stramazzato sotto la curva a piangere. Io rappresento un bel pezzo di Roma e del calcio italiano, cosa mi cambiava un anno in più?
Ero preparato anche perché avevo visto la fine della carriera di Francesco (Totti, ndr). Io ne ho parlato mille volte con lui, non volevo stare così male e ho provato a prepararmi. Mi hanno chiamato il Sassuolo di De Zerbi e la Fiorentina di Montella, ma io non volevo giocare contro la Roma".
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