Semplicemente CR7! Sosteniamo tutti un gruppo straordinario. Coreografie: Salerno top in Italia, se ne facciano una ragione
Editoriale di oggi che non può non partire dal ricordo di Carlo Ricchetti. La notizia della sua morte è stata devastante. Per chi ha amato il calcio vero, per chi ha vissuto gli anni Novanta che sono senza dubbio i più intensi della nostra storia, per chi imparò ad apprezzarlo anzitutto per l'uomo che era prima ancora che per il grande giocatore che ha vinto due campionati da protagonista con quel numero 7 sulle spalle che, in segno di affetto e riconoscenza, potrebbe essere ritirato a partire dalla prossima stagione. In merito la piazza si è divisa: c'è chi è favorevole e lo ritiene atto dovuto (fu fatto anche con Breda nel 2004, ma nessuna società post Aliberti ha rispettato quella decisione), chi invece è contrario e anzi vede nell'attribuzione della 7 un modo per responsabilizzare chi avrà l'onore di indossarla.
Comunque vada a finire si spera che il dolore di queste ore strazianti non sia, come spesso capita, non si trasformi in indifferenza quando si spegneranno le luci e la vita riprenderà con la solita routine. Una scenografia, un memorial, un'iniziativa: ci faremo promotori, nel nostro piccolo, affinchè ogni anno venga ricordato un personaggio che era una mosca bianca nel mondo dello sport e che ha amato fino all'ultimo giorno la Salernitana e la sua gente. Un abbraccio forte, CR7, con enorme affetto e riconoscenza. Ovunque tu sia.
Parlare di calcio dopo un incipit del genere non è semplice, non è retorica affermare che da ieri disquisire di Salernitana non sarà la stessa cosa. Ma Ricchetti era il primo ad essere felice nel vedere che, finalmente, dopo il biennio peggiore di sempre c'è finalmente un gruppo di uomini. Non sappiamo come finirà il campionato e il sottoscritto è sempre stato critico perchè vincere con Siracusa o Giugliano non può cancellare gli errori clamorosi di una società che, anche l'estate scorsa, ha operato senza mettere a disposizione del ds un budget adeguato. Tuttavia onore e merito a Faggiano e Raffaele per aver garantito molto più di quanto le reali potenzialità della rosa consentissero. Perchè il Catania, sulla carta, è cinque volte superiore e Benevento e Cosenza sono quantomeno alla pari.
C'è però qualcosa in più: l'affiatamento all'interno dello spogliatoio. Ragazzi seri, puliti, perbene, che si aiutano, che combattono, che si allenano senza gelosie o senza lamentarsi col giornalista o col procuratore di turno se vengono messi in panchina. Vedere Inglese, infortunato, che si scatena sotto la curva e tutti gli "esclusi" che corrono verso la Sud dopo la rete di Liguori è un qualcosa che mette i brividi e che dovremo ricordarci sempre, soprattutto quando la Salernitana attraverserà qualche fisiologico momento di difficoltà. E poi lo sguardo di Villa che è felice come un bambino, Golemic che riscatta l'errore di Catania lottando contro ogni avversario, Matino che recupera col cuore e la garra un pallone a metà campo avviando l'azione del vantaggio e Donnarumma che celebra un traguardo personale facendosi affiancare dagli altri portieri presenti in rosa.
Salvaguardando l'equilibrio di un gruppo che merita rispetto e che non è certo primo per caso o per fortuna (anzi, con arbitraggi diversi sarebbe già fuga), è comunque necessario intervenire a gennaio con tre calciatori di categoria superiore. Un difensore e due centrocampisti. A destra vogliamo dare ancora fiducia a Quirini - che non può essere quello di questi primi due mesi - e a Ubani che è un ragazzo di prospettiva che va sostenuto e incoraggiato. Senza dimenticare che Cabianca, un predestinato, può fare quel ruolo a occhi chiusi. Diamo una mano, tutti, a questa Salernitana. Perchè la forza del pubblico e dell'ambiente, abbinata alla bravura di Raffaele e Faggiano, può compensare lacune e i soliti errori di una proprietà che ancora deve dirci cosa voglia fare da grande e che fine abbiano fatto Mertens, il sinallagma, Cavani, la zona sinistra della classifica in A e il centro sportivo.






