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Casini: "Caos Lazio, norme poco chiare". Ma nel consiglio federale c'era Lotito...

Casini: "Caos Lazio, norme poco chiare". Ma nel consiglio federale c'era Lotito...TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 17:38Serie A
di Ivan Cardia

Lorenzo Casini, ex presidente di Lega Serie A, interviene nel caos che riguarda la Lazio, il cui mercato è stato bloccato dalla Covisoc per la violazione dei parametri di riferimento imposti a livello federale: “Siamo in una situazione purtroppo molto frequente in Italia, cioè quando si va a cambiare un sistema di regole e si passa dall’uno all’altro e non si disegnano correttamente le norme transitorie - ha dichiarato Casini, storicamente molto vicino a Claudio Lotito, a Radio Radio -. A marzo 2024 viene finalmente approvata dalla federazione un’istanza che prevedeva di avere per le squadre di Serie A un sistema di controllo uguale a quello dell’Uefa. Questo sistema doveva andare insieme alla grande riforma di sostituzione della Covisoc, non ancora approvata, e doveva a partire per la stagione 2025/26. A gennaio il controllo sulle squadre sarà lo stesso adottato dall’Uefa”.

La particolarità, che Casini non sottolinea, è che le norme che hanno portato al blocco del mercato della Lazio sono quelle previste dal “vecchio” consiglio federale, di cui faceva parte anche lo stesso Lotito, che ne è poi uscito con la rielezione di Gravina e la successiva rivisitazione dell'organigramma federale. Nel 2025 - ed è questa la fondamentale contestazione del presidente biancoceleste - ci si aspettava (secondo Lotito era previsto) che venissero cambiate le norme già per l’estate, mentre il “nuovo” consiglio federale (di cui ovviamente non fanno parte né Lotito né Casini) le ha modificate solo a partire da gennaio 2026, confermando l’impostazione precedente per il mercato estivo : “Per quest’estate - ha spiegato il precedente numero uno della Serie A - sono scattati i vecchi indicatori di controllo che poi non ci saranno più, che con valori anche molto alti sono stati usati per verificare la situazione delle squadre. Ben sette squadre si sono trovate in difficoltà. Sei devono prima vendere per comprare e una, per aver mancato i tre indicatori, di cui uno di pochissimo, si è trovata con il blocco hard. La Serie A aveva chiesto espressamente di non avere questi indicatori applicati in estate, ma le regole sono rimaste e stanno creando questi problemi”.

Le violazioni della Lazio.
“Sull’indebitamento parliamo di cifre veramente minime. Sul costo del lavoro allargato non so dire di quanto è la differenza. Fotografato al 31 marzo, non riflette necessariamente i 12 mesi. Se al 31 marzo ho un costo del lavoro e so che a giugno dei giocatori andranno via e potrei avere delle uscite nuove, è assurdo che non si riveda questo costo del lavoro a giugno o luglio, ed è una richiesta che la Serie A sta facendo. La Serie A è fatta da diversi tipi di proprietà. La Lazio appartiene a quel gruppo di proprietà ancora di vecchio stampo, con un solido imprenditore alle spalle in grado di assicurare la stabilità. Quello che ho visto è che in questi anni la Lazio, come altre, ha poi investito molto sul centro sportivo, come Atalanta o Juventus. Quello che c’è a Formello è tra le eccellenze del campionato italiano”.

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