Inter, Chivu: "Spero di incidere con il buon senso, conta il lavoro"

Dopo i primi test atletici l’Inter presenta la stagione 2025-2026 al training center e di Appiano Gentile. In conferenza stampa è intervenuto l’allenatore dei nerazzurri Cristian Chivu dopo un’introduzione del presidente dell’Inter Giuseppe Marotta.
L’inizio della conferenza stampa è previsto per le ore 14.00
14.11 - Comincia la conferenza stampa
Con quale spirito si riparte?
"Con lo spirito giusto per rimanere una squadra competitiva. Le aspettative come sempre sono alte, di mantenere lealtà e passione per arrivare al raggiungimento degli obiettivi".
Quanto può agevolare avere il gruppo così forte e affamato?
“Credo che la testimonianza di quello che il gruppo ha fatto negli anni sia il risultato di quanto ottenuto in questo periodo. Una squadra vincente, o che arriva a lottare per vincere titoli, che arriva a fare due finali di Champions League e una di Europa League, testimonia un gruppo solido e consapevole di quello che ha o che può dare”.
Come sarà l'Inter e il calcio di Cristian Chivu?
I numeri della tattica rimangono tali. Sono i principi di gioco a contare davvero e vogliamo essere aggressivi, verticali ed equilibrati cercando di ottenere i risultati riuscendo a leggere quelli che sono i momenti di una partita e di una stagione".
Cosa chiederà e pretenderà dai suoi giocatori?
“Rispetto per il compagno, per se stessi e per la società per cui si gioca. Parte tutto da questo, dall’integrità e dalla voglia di superare tutto anche i momenti di fatica, non semplici da gestire. Una volta imparato questo, e questo gruppo ha dimostrato di saperlo fare, bisogna superare anche le atrocità, solo così si può andare avanti. Bisogna saper gestire alti e bassi che ci possono essere in una stagione”.
Ha chiuso la tournée americana con un chiarimento di squadra?
"È stata una discussione di cose successe, non dette. Sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo maturo, che ha tanta voglia di vincere e ha bisogno ogni tanto di chiarezza".
Come si può migliorare la squadra sul mercato?
"Con la società siamo sempre in contatto per stabilire le strategie di questo mercato, di quello che vorremmo avere in squadra e di quale vorremmo che fosse il futuro della squadra. Siamo a stretto contatto, condividiamo le stesse idee e sicuramente siamo sempre aperti a delle opportunità che possono arrivare. Manca ancora un mese di mercato".
Ha già lavorato con Pio Esposito e Giovanni Leoni, a livello umano cosa ci può dire di questi ragazzi?
"A livello umano sono tanta roba, tutti e due. Secondo me saranno il futuro del calcio italiano e credo che voi giornalisti ve li godrete a lungo in Nazionale italiana. Per molti anni rappresenteranno la nazionale italiana di calcio".
La squadra ha sempre giocato su più fronti, lo scudetto è una priorità negli obiettivi?
“Noi non vogliamo guardare indietro e non vogliamo nessuna rivincita. Guardiamo al presente e pensiamo a quello che vogliamo costruire per il futuro. Abbiamo ereditato una situazione costruita da questa società che è sempre rimasta ai vertici. Faremo del nostro meglio e daremo sempre il massimo per raggiungere gli obiettivi. A parole ovviamente è semplice e con i fatti è più difficile, ma la società ha dimostrato che è unita e che vuole incidere e rimanere ai vertici in Italia, in Europa e nel mondo”.
Conte con il Napoli ha lanciato uno slogan, quale può essere lo slogan dell'Inter?
“Noi non vogliamo copiare nessuno, non abbiamo l’obbligo di copiare. Noi vogliamo soltanto lavorare per essere competitivi”.
Sarà un' Inter che potrà anche cambiare pelle con maggiore duttilità?
"Vogliamo essere più ibridi, adattandoci ai vari momenti delle partite di calcio".
Come hai gestito quello che è successo nel finale di stagione?
“E’ stata una discussione su cose successe e non dette. Sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo che ha tanta voglia di vincere. Il gruppo ha bisogno ogni tanto di un po’ di chiarezza”.
Quanto potrebbero durare le scorie generate dalla finale di Champions League?
“Questo è un gruppo maturo con una certa esperienza e che sa gestire determinati momenti. Sappiamo accettare anche le critiche e gestire situazioni non comode a livello mentale. Le aspettative su questa squadra erano altissime a maggio, purtroppo le cose non sono andate come tutti si aspettavano e volevano. A livello mentale qualcosa rimane, c’è tanta amarezza e c’è stata tanta voglia di ottenere qualcosa di importante. Il bello del calcio però è che arriva sempre la partita o la stagione successiva e si riparte sempre. Però bisogna accettare ciò che si dice in giro e questo può essere fonte di motivazione per il futuro e per avere più ambizione e lavorare di di più”.
Cosa le è piaciuto della tournée americana e cosa invece le è piaciuto meno e su cui c'è da lavorare?
“Mi è piaciuta la voglia di dare il massimo e ottenere risultati importanti nonostante le poche energie. Questa società ci fa capire che le aspettative sono sempre alte. La squadra ha sempre cercato di fare il meglio possibile, nonostante le tre settimane chiusi in un albergo e i cambiamenti climatici subiti in quel periodo. Ho visto sempre un gruppo desideroso e voglioso di far bene, di dare il massimo di quello che loro avevano in quel momento”.
Siete consapevoli che ci sia un percorso da fare che non può essere fatto solo di successi?
"Questo fa parte della vita, non solo del calcio. Le cose sono semplici, si può vincere subito o no, ma in entrambe le situazioni si deve accettare che si tratta di un percorso. Bisogna accettare anche il fatto che questa squadra negli ultimi anni è sempre stata ai vertici del calcio italiano e non solo, bisogna anche accettare che vogliamo mantenere la squadra ai vertici. A volte ci riesci e a volte no, ma questo a prescindere dal fatto che sia arrivato io. Poteva succedere a chiunque".
Personalmente cosa le sta piacendo di più fino ad ora?
“La responsabilità che mi è stata data. Io le responsabilità le ho sempre prese e accettate per arrivare anche ai miei obiettivi personali. Questa è anche una bella sfida, tornare nella società che mi ha dato tanto. Non si tratta solo di questo, ma anche di un club che è ai vertici. E’ importante. Io farò del mio meglio per essere all’altezza, per dare qualcosa o per far tornare qualcosa indietro alla società che mi ha dato molto in questi ultimi 18 anni con qualche pausa. Queste sono le mie ambizioni: l’Inter è sempre nel mio cuore e voglio dare anche io qualcosa di importante”.
Quanto ci vorrà affinché diventi l’Inter di Chivu?
“Da allenatore ed ex giocatore penso una cosa: la differenza la fanno i giocatori. L’allenatore può sicuramente trasmette delle idee e un’identità, ma conta più di tutto ciò che il giocatore riesce a dare sul campo. Non ho mai visto un allenatore bravo senza giocatori bravi”.
Calhanoglu può giocare anche in un ruolo diverso a centrocampo?
"Il reparto è numeroso e abbiamo giocatori, molto bravi e forti. Bisogna poi vedere strada facendo. La mia idea è che in alcune partite saranno in tre, in altre saranno in due. Poi sceglieremo in base al lavoro della settimana e anche in base all'avversario. Riguardo a Calhanoglu sono contento che abbia lavorato molto, che sia tornato sano. Ha tanta voglia di rifarsi. In America era amareggiato e deluso per non aver potuto aiutare la squadra, ci ha provato. Era molto dispiaciuto in quella situazione me si è fatto male e le aspettative sue e nostre erano di averlo per la seconda partita. Ha lavorato sodo, tanto in queste tre settimane e l'ho visto anche oggi molto bene".
I centrocampisti che ha in rosa possono reggere le tre punte?
“Io non ho mai detto che giocherò con tre punte. La base è il 3-5-2, ma l’occupazione del campo è sempre in base a quello che l’avversario può anche concedere quindi può diventare 3-2-5, 4-2-4 o 4-4-2. Dipende anche dalla dinamica della partita. Bisogna accettare i duelli e cercare di vincerli: vincendo i duelli si vincono anche le partite. Ci concentriamo su quello, cercando di dare un’identità di squadra fin da subito. Cercheremo di allenare più moduli per cambiare di partita in partita e a partita in corso”.
Ha detto che contano i giocatori ma lei in che cosa può incidere?
“Spero di incidere con il buonsenso, con la cattiveria, con le incazzature e con il sorriso. Parlo ovviamente anche del mio staff. Cercherò di capire i giocatori, di parlare con loro, perché spesso ci dimentichiamo che abbiamo a che fare con persone e hanno le loro fragilità. Bisogna anche cercare di comprendere le loro difficoltà e sistemarle. Credo molto nella comunicazione e in quello che una persona può dare a un’altra. Per questo ho fatto sette anni di settore giovanile anche perchè non mi sentivo pronto. Poi ho avuto la possibilità di lavorare con ragazzi a Parma e adesso ho a che fare con ragazzi con cui ho anche lavorato in passato. Mi fa piacere aver trovato grandi campioni, perché questa squadra e questi giocatori li ho sempre stimati e ammirati”.
Ha ricevuto messaggi particolari dai compagni del Triplete?
“Mi sembra di vedere anche un deja vu perchè questa domanda me l'hanno già fatta. I messaggi sono sempre gli stessi, mi ha fatto piacere riceverli dai miei ex compagni. Mi ha fatto piacere rivedere Maicon in America, come Pupi che è con noi, poi Materazzi e tutti i ragazzi che conoscono bene questo posto meraviglioso”.
Quest'anno partire da non favoriti può essere un vantaggio?
“Non parlo di favoriti o altro. Conosco solo la via del lavoro e lavorare al massimo perchè si raccoglie quello quello che si semina. Non è giusto parlare di favoriti, poi è normale che le squadre che ambiscono a vincere il campionato a parole sono sempre le stesse”.
14.43 - Termina la conferenza stampa
