Più Shpendi, meno spendi: l'Empoli ha il futuro della Nazionale albanese a guidare l'attacco

Acerbo, leggero, inesperto. Di Stiven Shpendi e dei suoi primi minuti in Serie A si sono lette numerose cose e giudizi in questi giorni. Ma i bagliori che ha regalato in queste due uscite da titolare, con l'Inter prima e contro la Salernitana poi, hanno messo in mostra il talento puro di un ragazzo che l'Empoli non ha avuto timori nel lanciare dal primo minuto in gare così delicate e difficili. Quel che ha lasciato finora solo intravedere, dimostra che Paolo Zanetti, ex tecnico azzurro poi esonerato a stagione in corso, aveva ragione: "è un patrimonio del club, non bruciamolo". E la società di Fabrizio Corsi sa benissimo come fare.

Un predestinato
Nato ad Ancona, ha vissuto in pratica sempre sulla riviera romagnola: genitori albanesi, arrivati in Italia nel 1997, ha scelto la Nazionale della famiglia e in patria è considerato un predestinato, futuro della Nazionale. Lo ha voluto con forza ad Empoli un ds abilissimo nello scovare giovani come Pietro Accardi: è sbarcato in Toscana dal Cesena dopo una lunga telenovela e una lunga rincorsa, con la società romagnola che poi ha capito che era l'ora del grande salto per Shpendi, che la C gli andava stretta e che era l'ora della Serie A.

La scheda

Nome: Stiven Shpendi
Data di nascita: 19 maggio 2003
Nazionalità: albanese (doppio passaporto italiano)
Ruolo: attaccante centrale
Da dove e come arriva: dal Cesena in prestito biennale con obbligo di riscatto a 2,2 milioni di euro più il 30% sulla futura rivendita