Lucarelli: "Non sarei stato la soluzione per il Livorno. Con ambiente compatto, si salverà"
"Date le problematiche estive, il Ds Mammarella ha fatto un grande lavoro sul mercato, mantenendo una rosa comunque competitiva: certo, non come l'anno scorso, ma ha operato bene. Io spero risolvano presto tutte le questioni che stanno creando tensioni, di modo che la squadra possa almeno riavvicinarsi al terzetto in vetta, che si sta un po' allontanando dalle altre": così, rispondendo a specifica domanda, mister Cristiano Lucarelli, che ha parlato in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.
Proseguendo poi la sua analisi sulle tre che stanno lottando per il comando del Girone B di Serie C, Arezzo, Ravenna e Ascoli: "È innegabile che abbiano preso un bel vantaggio dalle altre, come dicevo prima, ma credo che la Ternana sia l'unica squadra che può accorciare. E vedere come andrà".
Il Livorno, parte opposta della classifica, deve invece accorciare dalla salvezza diretta. Con Venturato, forse, una piccola fiammella si è vista?
"Quando c'è un cambio in panchina, è sempre normale una reazione emotiva, caratteriale, ed effettivamente domenica si è visto un atteggiamento diverso da parte della squadra, forse una luce in fondo al tunnel c'è. La situazione non è facile, la classifica è complicata e non aiuta, ma alcuni rischi erano preventivabili dal momento in cui si sceglie di costruire una squadra puntando su tanti giovani ed elementi in cerca di rilancio. Credo però che se l'ambiente si ricompatterà, la salvezza possa arrivare tranquillamente".
Cristiano Lucarelli non poteva essere la soluzioni ai problemi amaranto?
"No, non era la soluzione. Senza un progetto chiaro e ambizioso non vorrei allenare a casa mia, perché tutto quello che potevo fare l'ho fatto da calciatore. E anche nel ruolo di allenatore vorrei avere certe dinamiche che consentano di fare il meglio possibile".
E per rivederla in panchina, ovviamente a livello generale, che dinamiche dobbiamo vedere?
"Ho allenato anche in condizioni non semplici, penso a Viareggio, a Messina, al secondo anno a Catania: non mi spaventa nulla. Ma vorrei almeno un campo decente per allenare la squadra, undici casacche e dei palloni: alle volte, però, viene difficile anche avere questo...".
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