8 aprile 1990: Alemao viene colpito da una monetina a Bergamo. 2-0 Napoli e secondo Scudetto

L'otto aprile del 1990 era domenica e, a Bergamo, si giocò la partita più importante per assegnare il secondo Scudetto al Napoli di Maradona. Gli azzurri erano ospiti dell'Atalanta, il presidente era Corrado Ferlaino, l'allenatore Alberto Bigon. A segnare il gol decisivo non fu però un calciatore, bensì un fisioterapista. Oppure una monetina da 100 lire, cioè quella che dagli spalti colpì il brasiliano Alemao alla testa, che venne soccorso da Carmando e finì in ospedale. Un consiglio tutt'altro che disinteressato, quello del medico, perché la partita fino ad allora era bloccata sullo 0-0 e poi venne assegnata la vittoria a tavolino proprio ai campani grazie al regolamento, forse troppo fiscale.
Era una Serie A speciale, quella che si preparava ai Mondiali di Italia '90 e che, grazie alle sue squadre, faceva en plein nelle tre coppe europee. In testa c'era il Milan e, a un quarto d'ora dalla fine, ci rimaneva ancora abbastanza saldamente, nonostante il pareggio che stava maturando contro il Bologna. Il Napoli non riusciva a sfondare la difesa bergamasca, mentre Marronaro insaccava un pallone mai ravvisato dall'arbitro di Bologna-Milan, cioè Marcello Nicchi, coadiuvato da Lanese. Alla fine le partite si concludono entrambe sullo 0-0, ma a tracciare il solco è proprio quello che succede in Atalanta-Napoli.
Così il campionato più costoso del mondo (allora) venne deciso da una monetina da 100 lire. Alemao poi giocò anche a Bergamo, nell'era Percassi I, ammettendo di avere un po' esagerato nell'interpretazione, al netto di un dolorino. Ma questo, si sa, è il gioco delle parti. Da lì in poi la vittoria a tavolino per una sfida di Serie A è praticamente scomparsa dagli annali. Però Carmando, intimando di stare giù al brasiliano, riuscì a portare dalla sua parte una stagione storica.
