Ecco il più grande errore di Spalletti ct. E quello che ora Gravina non dovrà più fare


Una situazione paradossale: l'Italia è senza commissario tecnico dopo quella che è stata tecnicamente la risoluzione consensuale con Luciano Spalletti ma che nei fatti non è altro che un esonero. Facciamo un bilancio dell'avventura dell'ex tecnico del Napoli e ora anche ex ct: cosa non è andato? Perché? Ne parliamo nel Podcast di oggi di Tuttomercatoweb.com, con Marco Conterio.
Il no di Ranieri: i retroscena di TMW
Ranieri ha inviato un WhatsApp, magari dopo aver ripassato il documento con i limiti di quello che avrebbe potuto e non potuto fare o dire, magari anche pensare. Ha capito che il sì strappato a Dan Friedkin, di cui non sarà un consigliere qualsiasi ma il primo in assoluto, non era così convinto, e che con ottime possibilità il doppio ruolo, da dirigente (di fatto) della Roma e commissario tecnico della Nazionale, lo avrebbe costretto presto o tardi a scegliere da che parte stare. E, soprattutto, lo avrebbe esposto a mille equivoci, incomprensioni, polemiche.
“Non ci sono salvatori della patria”. Il no opposto da Sir Claudio, che baronetto in realtà non lo è ma Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana sì, è stato accolto così nei corridoi della Federcalcio. Spiazzata, quando sentiva di aver trovato la soluzione al post Spalletti, un nome abbastanza nazional-popolare da riuscire persino a gestire il doppio incarico senza portare a moti di protesta delle tifoserie sparse per lo Stivale. E adesso costretta a barcamenarsi tra Pioli - quotazioni in caduta - già promesso alla Fiorentina, Mancini che tornerebbe anche a piedi e si è proposto ma i rapporti con Gravina non sono mai stati del tutto ricuciti, o uno degli eroi del 2006 che però in panchina non hanno (ancora?) dimostrato di essere campioni.
