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Atalanta, crescita a metà: solidità ritrovata ma l’attacco è un cantiere aperto
Oggi alle 07:15Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Atalanta, crescita a metà: solidità ritrovata ma l’attacco è un cantiere aperto

Contro la Lazio la Dea meritava di più, ma l’assenza di cinismo e alcuni errori tattici frenano la corsa. Bernasconi la sorpresa più luminosa, Lookman sacrificato fuori ruolo

I progressi ci sono, ma restano incompleti. Il pareggio con la Lazio — più amaro che rassicurante — ha mostrato un’Atalanta in salute fisica e mentale, capace di dominare nella ripresa ma ancora incapace di concretizzare. L’0-0 finale non fotografa la partita: la Dea, dopo un primo tempo troppo timido, ha costruito e spinto con continuità, senza però trovare la stoccata giusta. Il merito resta quello di una squadra che cresce col passare dei minuti, ribaltando il trend di un avvio stagione in cui spesso erano gli avversari a correre di più.

DIFESA D’ACCIAIO – C’è un dato che conforta più di tutti: la tenuta difensiva - scrive Il Corriere di Bergamo -. Dopo la serata di Parigi, l’Atalanta ha incassato solo 3 reti in 5 partite, e tutte nate da errori individuali più che da lacune di reparto: Kossounou con la Juve, de Roon col Bruges, Pasalic col Como. La fase arretrata è tornata solida, attenta, ben sincronizzata. Gli avversari arrivano raramente al tiro e, quando lo fanno, trovano un muro compatto. È il punto di forza su cui Juric può costruire tutto il resto.

ATTACCO BLOCCATO – È davanti, però, che la macchina si inceppa. L’Atalanta crea ma non concretizza, e la gara con la Lazio ne è stata la dimostrazione più evidente. Juric ha lavorato molto sul gioco offensivo, ma serve un salto di qualità immediato. E le scelte di domenica lasciano qualche dubbio: togliere Lookman nel suo momento migliore ha tolto alla squadra l’unica vera scintilla, proprio come era accaduto con Scamacca contro il Pisa. L’effetto è stato lo stesso: da quel momento la Dea non ha più tirato in porta.

LOOKMAN NON È UNA PUNTA – C’è poi un equivoco tattico da risolvere. Lookman centravanti è un esperimento interessante ma poco funzionale. L’inglese ha bisogno di spazi, di libertà, di correre verso la porta, non di giocare spalle alla difesa. In quella posizione perde istinto e imprevedibilità. Juric lo sa e dovrà correggere il tiro, soprattutto ora che ha due veri centravanti di ruolo, Scamacca e Krstovic, pronti a dare peso e profondità contro difese chiuse. In certe partite non si può rinunciare al riferimento offensivo.

LA SORPRESA BERNASCONI – In mezzo a qualche ombra tattica, c’è anche una luce nitida. Bernasconi, autore di una partita impeccabile, si è confermato una delle note più positive della serata. La sua capacità di abbassarsi a marcare l’ala (prima Cancellieri, poi Isaksen) non è stata casuale ma frutto di una precisa scelta tattica: il suo lavoro ha garantito equilibrio e copertura, senza rinunciare alle ripartenze. Juric ha trovato un jolly prezioso, capace di alternarsi con Zappacosta e offrire sicurezza su entrambe le fasce.

AHANOR IN APPRENDISTATO – Più complessa, invece, la partita del giovane Honest Ahanor, apparso a tratti spaesato nei movimenti. Il talento c’è, ma l’adattamento al ritmo e alle letture del calcio di Juric richiede tempo. È una fase fisiologica di crescita per un ragazzo di appena 17 anni, che sta imparando a interpretare il ruolo in modo moderno, tra marcature preventive e corse in pressione.

UNA BASE SOLIDA, MA SERVE CORAGGIO – L’Atalanta è tornata a essere una squadra credibile, compatta, capace di imporre il ritmo e di resistere. Ma il passo successivo passa dall’attacco: serve cinismo, servono scelte più coerenti e meno esperimenti. Juric ha rimesso ordine dietro, ora deve ritrovare la fame davanti. Perché il gioco c’è, la condizione pure. Manca solo il graffio — quello che trasforma la crescita in vittoria.