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Atalanta, D'Amico: "Con Koopmeiners cose mai viste. Tre settimane senza venire a Zingonia, incredibile"
Alla Gazzetta dello Sport, il direttore sportivo dell'Atalanta Tony D'Amico ha parlato così della sua avventura in nerazzurro, partendo dal rapporto con mister Gasperini: "Il mister ha grandi conoscenze e da grande perfezionista, cultore dei dettagli, con un fuoco dentro che tiene tutti sempre vivi, può permettersi di essere molto esigente. E sa riconoscere chi ha grande passione e soglia di migliorarsi".
Con Koopmeiners non poteva finire che così?
"E' difficile che un giocatore dell'Atalanta possa dire no se chiama la Juve. E l'Atalanta resta l'Atalanta: si è sempre rigenerata anche attraverso le cessioni. Noi volevamo tenerlo, poi i suoi comportamenti ci hanno messo di fronte a una storia mai vista. Tre settimane senza venire a Zingonia, non ci potevamo credere. E dire che la questione si poteva gestire in un altro modo col senno di poi".
In altro modo cioè cedendolo un mese prima?
"Quando devi vendere o comprare un giocatore non dipende solo da te. Questo fa la differenza per i tempi, e il post Covid ha reso anche il mercato più lento. Se già si riuscisse a chiudere a fine luglio... Ma non credo che ce la faremo mai".
Come nasce l'idea Zaniolo?
"Vera la telefonata Borriello-Gasperini, poi la sua scelta è la sintesi di come lavoriamo io e Luca Percassi: si valutano le qualità di un giocatore, lo si conosce, si pesano le motivazioni, e ne abbiamo sentite tante, e la funzionalità rispetto alle esigenze del mister".
Retegui?
"Perso Scamacca, ci serviva un attaccante che conoscesse la Serie A e lui era il profilo ideale. Domenica l'infortunio di Gianluca, martedì parliamo con il Genoa e con il giocatore, mercoledì era qui. Grazie alla prontezze e alla generosità della proprietà".
Con Koopmeiners non poteva finire che così?
"E' difficile che un giocatore dell'Atalanta possa dire no se chiama la Juve. E l'Atalanta resta l'Atalanta: si è sempre rigenerata anche attraverso le cessioni. Noi volevamo tenerlo, poi i suoi comportamenti ci hanno messo di fronte a una storia mai vista. Tre settimane senza venire a Zingonia, non ci potevamo credere. E dire che la questione si poteva gestire in un altro modo col senno di poi".
In altro modo cioè cedendolo un mese prima?
"Quando devi vendere o comprare un giocatore non dipende solo da te. Questo fa la differenza per i tempi, e il post Covid ha reso anche il mercato più lento. Se già si riuscisse a chiudere a fine luglio... Ma non credo che ce la faremo mai".
Come nasce l'idea Zaniolo?
"Vera la telefonata Borriello-Gasperini, poi la sua scelta è la sintesi di come lavoriamo io e Luca Percassi: si valutano le qualità di un giocatore, lo si conosce, si pesano le motivazioni, e ne abbiamo sentite tante, e la funzionalità rispetto alle esigenze del mister".
Retegui?
"Perso Scamacca, ci serviva un attaccante che conoscesse la Serie A e lui era il profilo ideale. Domenica l'infortunio di Gianluca, martedì parliamo con il Genoa e con il giocatore, mercoledì era qui. Grazie alla prontezze e alla generosità della proprietà".
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