L’ex LGI si racconta: parola a Stefano Padovan, attaccante dell’Imolese

Nuovo appuntamento con la rubrica “Ex LGI”, che dopo avervi portato a scoprire i trascorsi calcistici e la storia personale di Francesco Mezzoni, terzino della Pistoiese (https://www.tuttomercatoweb.com/la-giovane-italia/l-ex-lgi-si-racconta-parola-a-francesco-mezzoni-terzino-della-pistoiese-1619408), torna a dar voce ad un attaccante, nello specifico Stefano Padovan, classe 1994 oggi in forza all’Imolese.
I TEMPI DELLE GIOVANILI
La storia calcistica di Stefano Padovan, come quella di tanti altri, parte dalla scuola calcio vicino casa e conosce una svolta nel momento in cui gli osservatori di un club importante notano le sue qualità e lo inseriscono nel loro settore giovanile: “Prima di arrivare nel vivaio juventino ho giocato nella scuola calcio del mio paese, l’allora Gassino, che oggi si è fusa con un’altra società ed ha cambiato denominazione in Gassino San Raffaele. Poi, nel periodo delle scuole medie, all’età di 12 anni, sono stato prelevato dalla Juve, dove sono partito dalla categoria Esordienti ed ho fatto tutta la trafila fino alla Primavera. Di quelle esperienze mi porto dentro tutto ciò che mi ha lasciato ogni allenatore che ho avuto. Essendo a quei tempi un ragazzino, mi hanno formato e trasmesso tanto a livello umano, ma soprattutto a livello di mentalità, mettendo sempre al centro l’atleta”. Durante il proprio percorso di crescita, a partire dai tempi delle giovanili, c’è stata una sorta di evoluzione che lo ha portato a diventare un attaccante quasi completo, e gli esempi da seguire non gli sono certo mancati: “Sono partito dalle giovanili della Juventus, dove ho sempre fatto la punta. Quando invece sono arrivato a giocare nei professionisti sono cambiate un po' di cose, nel senso che sono stato impiegato come seconda punta, trequartista e, da quest’anno, da esterno. Posso dire di aver fatto un po' tutti i ruoli a livello offensivo. Fin da piccolino, essendo sempre stato juventino, oltre a quello di Alex Del Piero, mi piaceva tantissimo il modo di giocare di David Trezeguet. Sono cresciuto ammirando questi calciatori e ho cercato di trarre spunti da loro”.
IL SALTO TRA I GRANDI
La carriera da professionista di Padovan si sviluppa in giro per l’Italia viste le numerose esperienze in prestito nell’orbita della Juventus. Sono ben sette le squadre da cui è passato in quegli anni, tre delle quali di Serie B: Pescara, Vicenza, Crotone, Lanciano, Foggia, Pordenone e Casertana. “Nel corso della mia carriera ho avuto modo di vivere diverse esperienze, passando da una decina di società, essendo stato fino a due anni fa in prestito dalla Juventus, fino ad allora detentrice del mio cartellino. In tutti questi anni, ciò che purtroppo mi è mancato maggiormente è la continuità”. Poi, nella stagione 2019/20, il passaggio a titolo definitivo all’Imolese: 22 presenze e 2 reti, per poi essere ceduto in prestito la stagione successiva, tra Pro Vercelli e Sambenedettese. In questa stagione, tornato alla base, sta ritrovando continuità, prestazioni e soprattutto la via del gol: “Questo è un aspetto che fortunatamente ho ritrovato quest’anno. Prima d’ora credo di non aver espresso a pieno tutto quello che ero in grado di esprimere, e ora che ci sto riuscendo non voglio fermarmi. A livello di squadra siamo partiti molto bene. Abbiamo un gruppo molto giovane e giochiamo quasi sempre con cinque Under nella formazione titolare. Anche se in questo momento della stagione stiamo accusando un calo, forse fisiologico, credo fermamente nel nostro valore e nella possibilità di uscirne in tempi brevi. Il campionato è ancora lungo”.
L’IMPRESA SFIORATA
L’ultimo centro, il terzo stagionale, lo ha messo a segno proprio nel match casalingo dello scorso 5 dicembre contro la capolista Modena: “Contro i Canarini abbiamo fatto una buonissima prestazione. Siamo riusciti a passare in vantaggio e a mantenere le redini del match per lungo tempo. Poi però nel lungo sono venuti fuori i valori dell’avversario, che sono veramente elevati. Abbiamo subito due gol negli ultimi dieci minuti, il secondo proprio allo scadere, ed è stata una botta non indifferente perché abbiamo visto sfumare l’occasione di fare punti contro una corazzata. Contento per la soddisfazione del gol, meno per il risultato finale, soprattutto per il modo in cui è arrivato. Probabilmente, per i valori che ha, questa Imolese meriterebbe di essere più in alto in classifica. Eravamo partiti molto forte, ma poi abbiamo avuto una flessione. Probabilmente paghiamo un po' di inesperienza. Dobbiamo andare avanti a testa bassa, consapevoli della nostra forza, cercando di ripetere quanto fatto ad inizio stagione, questo è l’unico modo per venirne fuori”.
IL SOGNO
Il rapporto tra Francesco e la propria professione è di amore e passione; e assume quasi connotati maniacali: “Sono alimentato da una grandissima passione per quello che faccio e anche nel tempo libero guardo tante partite. Seguo il calcio a 360° per prendere spunti ed imparare dai più bravi”. Questo si riflette anche nelle sue ambizioni future: “Per quanto riguarda il mio futuro post calcio giocato, mi attira particolarmente la professione dell’osservatore, mi piace vedere all’opera i ragazzi e sono molto attento ai dettagli”.
