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Gianluigi Lentini, l'incidente con la Porsche ha privato il calcio di un talento. Capelli lunghi e orecchino

Gianluigi Lentini, l'incidente con la Porsche ha privato il calcio di un talento. Capelli lunghi e orecchinoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 27 marzo 2023, 00:00Nato Oggi...
di Andrea Losapio

In ogni storia c'è sempre un prima e un dopo. Un momento in cui tutto cambia inesorabilmente e il testo della propria vita non è più lo stesso. Per Gianluigi Lentini, 54 anni oggi, è la notte del 2 agosto del 1993. Dopo un'annata altalenante al Milan, sembra che sia il momento perfetto per la consacrazione. È stato pagato 18,5 miliardi di lire, un'enormità per il tempo, ed è destinato a una carriera scintillante. Invece, di ritorno da un triangolare a Genova, sulla Torino Piacenza buca una gomma del Porsche giallo che guida. Nessun problema, c'è il ruotino di scorta: peccato che Lentini va molto più veloce rispetto a quello che gli sarebbe consentito fare, finisce fuori strada. Al centro della carreggiata viene salvato da un camionista.

Le lesioni sono importanti, per questo lotta fra la vita e la morte per intere settimane. Riesce a rimettersi in carreggiata, pur saltando tutta la stagione - quella che viene ricordata per il 4-0 al Barcellona di Cruijff in finale di Coppa Campioni - e quindi senza essere convocato per il Mondiale americano, anche se era quasi sempre fra i convocati dell'allora commissario tecnico Arrigo Sacchi. Nel settembre 1994 ci sono schermaglie con Fabio Capello, ma nel maggio del 1995 sembra in formissima per la finale di Coppa Campioni contro l'Ajax. Sarà una disfatta, sia per il Milan - che perde 1-0, gol di Kluivert - sia per lui, perché gioca solo cinque minuti dalla fine.

L'anno dopo Capello lo fa giocare poco e niente, mentre Lentini piano piano sparisce dagli alti livelli che probabilmente gli si confacevano. Atalanta, poi il Torino - dove aveva iniziato e aveva stregato tutti - poi Cosenza con 84 presenze fra Serie B e Serie D, ma anche Canelli, in provincia. È stato anche un simbolo, perché negli anni novanta i calciatori difficilmente portavano i capelli lunghi, ma soprattutto era quasi fantascienza avessero l'orecchino. Dormiva qualche volta in auto davanti al Filadelfia - dopo notti infinite a scappare a Lido Vieri, suo ex tecnico - e vestiva quasi sempre in maniera ironica, originale e sfidante. Peccato, una notte ha privato il calcio di un talento.

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