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Costruzione dal basso: la grande certezza della Roma di FonsecaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 16 aprile 2021, 21:05Approfondimenti
di Gabriele Chiocchio
per Vocegiallorossa.it
fonte Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Costruzione dal basso: la grande certezza della Roma di Fonseca

Costruzione dal basso. Tre parole che negli ultimi mesi hanno scatenato una guerra di religione o, più semplicemente, l’ennesimo scontro tra progressisti e conservatori del gioco del calcio. La percezione spesso smontata dalla statistica, la statistica che altrettanto spesso non viene accettata oppure viene distorta per portare acqua al proprio mulino, gli allenatori che continuano ad adoperarla “perché il calcio va in questa direzione”, dice qualcuno, o “per seguire una moda in cui neanche si crede”, dice qualcun altro. Certo, a volte è difficile restare ancorati al concetto - dimostrato dai numeri - che partendo da dietro si ottengano più benefici che rischi, specie quando Pau Lopez regala un pallone che poteva essere ancora più sanguinoso di quanto già fosse e dopo una gara d'andata con due gravi e decisivi errori, uno per parte, proprio in questa fattispecie. Ma basta guardare al campo per rendersi conto che per la Roma la costruzione dal basso non è un vezzo o un modo di accontentare l’allenatore che la richiede, ma una certezza da cui partire anche nei momenti più difficili.

Il gol di Edin Džeko contro l’Ajax, l’ultima spallata ai lancieri nel durissimo doppio confronto, è arrivato proprio al termine di un’azione iniziata praticamente dalla propria linea di porta. Mancini, dopo aver arpionato il pallone a un avversario, avrebbe potuto spazzare, invece è andato in modo apparentemente pericoloso in orizzontale da Cristante; anche il numero 4 avrebbe potuto calciare via il pallone, invece ha tagliato fuori tre avversari con un tocco preciso per Mkhitaryan, che ha potuto approfittare del campo aperto dalla posizione avanzata dei calciatori olandesi per aprire per Calafiori, autore del ribaltamento poi finalizzato dal 9. E tante altre volte i giallorossi hanno creato enormi vantaggi da questa situazione di gioco, sebbene la percezione faccia ricordare più degli errori (che vanno poi valutati nell’esecuzione o nella scelta, il che fa una differenza enorme). Un esempio? Roma-Spezia: sul 3-3 nel recupero tutti si sarebbero aspettati il lancione in area, i giallorossi iniziarono da dietro e arrivarono in porta, segnando con Pellegrini il gol che, probabilmente, ha tenuto in piedi la stagione. Che ancora non è finita, proprio grazie alla costruzione dal basso.