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Sabatini: "Bisogna lasciar lavorare Mou. Il mio ricordo più bello sono le dieci vittorie consecutive con Garcia"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 6 dicembre 2021, 15:00Interviste
di Emiliano Tomasini
per Vocegiallorossa.it

Sabatini: "Bisogna lasciar lavorare Mou. Il mio ricordo più bello sono le dieci vittorie consecutive con Garcia"

L'ex DS giallorosso Walter Sabatini è intervenuto ai microfoni di Roma Calcio Radio nella trasmissione “Mai sola mai”. Questa la sua intervista, riportata da Tuttoasroma.

Allora Walter: formi le squadre e appena vanno verso i risultati le lasci.
“Non sopporto il successo, io costruisco le squadre ed ho un mio carattere che certo non snaturo”.

Dopo questa tornata settimanale, come vedi il campionato? 
“Il mio pensiero ora vale come un passeggero di metropolitana del lunedì mattina. L’Inter usufruisce di un gruppo più organizzato, arriva dalla vittoria dello scudetto, anche le partenze sono state comunque sopperite. Inzaghi è un allenatore preparato”.

Il 4 maggio è arrivato José Mourinho a Roma, c’è l possibilità di percorrere la strada di Capello? 
“José Mourinho ha un contratto lungo, di tre anni, basterà lasciarlo lavorare. I risultati passati parlano per lui. Bisogna avere fiducia, non denigrarlo”.

Cosa è Roma e la Roma per te? 
“Roma è la mia vita, la mia vita interiore. Ho una sentinella a casa che mi inchioda su Roma”.

Totti è il nuovo Brand Global mbassador di Digitalbits, main sponsor della Roma, pensa che sia una via perché possa tornare nella Roma? 
“Non lo so, ma Totti è un bene per tutti, non potrebbe fare che bene”.

Avresti lavorato con José Mourinho? 
“José Mourinho è l’allenatore, non un allenatore, tutti vorrebbero lavorare con lui”.

Pastore? Un rimpianto? 
“È stato bloccato solo da problemi fisici, mi dispiace per la Roma e per il ragazzo. Quando arrivò a Parigi, poco dopo scrissero subito un libro sulle sue gesta sportive. Il pubblico di Roma lo avrebbe amato tantissimo”.

Su Dzeko? 
“Non saprei, tiratemi fuori dalle cose della Roma…”

Cosa deve fare la Roma per migliorarsi?
"Bisogna avere del tempo per migliorarsi, lavorare. La Roma che è stata fortissima, lo è diventata in 5 anni: gli 85 punti di Rudi Garcia e gli 87 di Spalletti sono arrivati dopo alcuni anni. La sfiga ed il mio tormento è stato non aver vinto lo scudetto con questi numeri, avendo trovato una Juve che ha fatto 100 punti”.

A Roma hai portato Luis Enrique? Chi è? 
“Un uomo di valore. Chiedete a De Rossi, a Burdisso”.

Un momento speciale con la Roma? 
“Le dieci vittorie di Rudi Garcia nelle prime dieci partite di campionato, è stato un momento bellissimo e forse se fosse continuato avrei anche fumato qualche sigaretta in meno”.

Che ne pensi del calcio di Spalletti? 
“Spalletti è un genio, come tutti i geni ha le sue cadute e depressioni ma il calcio di Spalletti è geniale ed anche utile, arriva a risultati”.

Hai acquistato Pjanic nelle ultime ore di mercato, come lo reputi? Se avesse avuto maggiore autostima sarebbe stato tra i primi 10 top player? 
“Pjanic credeva molto nelle sue giocate e nel suo piede, in questo si è molto francesizzato. È venuto a Roma a 21 anni ma si è comportato subito da leader. Come sia cresciuto poi lo dimostra il suo percorso, ha giocato con top team, il motivo per cui ora sia in Turchia non c’entra con i meriti sportivi, sappiamo in quale situazione economica si trovasse il Barcellona e quindi i motivi per cui ora Pjanic sia lì”.

Cosa voleva dire “la coda del gatto maculato”?
“Un agente mi aveva chiamato dicendomi che il Lione poteva cederlo, gli dissi che lo avevamo già preso”.

Cosa farai da grande? 
“Intanto vedo il calcio senza stress. Ma me lo costruisco da solo lo stress. Ieri vedevo il Bologna, è ho perso con il Bologna. Ho visto il Genoa ed ho perso con il Genoa”.

Cosa è successo con il Genoa, perché non si è concluso? 
“Diversità di vedute, non c’era spazio per concludere”.

Allora cosa farai da grande? 
“Sicuramente sono in pista, ho ancora voglia di costruire, non solo sul territorio nazionale ma ovunque me ne fosse data la possibilità, ovunque potessi avere spazio e margine per costruire con le mie caratteristiche”.

Cosa sono stati Totti e De Rossi per te? 
“Totti ha illuminato una parte della mia vita ed è stato bello poter lavorare con lui. Con De Rossi ho avuto un rapporto anche più personale, è figlio mio, lo sento come un figlio, anche se lui ha un bravissimo padre. Alberto De Rossi è molto preparato, guardate cosa ha dato la primavera della Roma al calcio nazionale, credo che il 25% del parco giocatori sia passato da Roma”.

Notizia ultima ora: arrestato Massimo Ferrero, Presidente della Sampdoria. Un tuo commento: 
“Non abbiamo mai avuto un rapporto meraviglioso ma mi dispiace molto, con Ferrero la Sampdoria è cresciuta moltissimo”.

Le prime dieci giornate di campionato per la Roma sono state segnate da diverse sviste arbitrali, alla Roma manca una persona che curi i rapporti con la classe arbitrale? 
“Non saprei, quindi non posso dire nulla. Credo ci siano persone che svolgano questo compito, ma davvero non conosco le cose”.

Cosa è stato Pallotta per te e come vedi i Friedkin? 
“Con Pallotta ho avuto un rapporto litigioso ma devo solo ringraziarlo perché di fatto mi ha dato in mano la Roma. Sui Friedkin non posso dire nulla, evidentemente loro parlano con il silenzio”.

Cosa stai leggendo? 
“Una amica mi ha consigliato Daniel Kahneman, Pensieri lenti e veloci. Lo so, inesorabilmente un pensiero veloce contiene errori, ma è così, sono un istintivo”.