Oltre un secolo di appartenenza: la storia che alcuni fingono di non conoscere
Per chi non conosce davvero cosa rappresenti la Salernitana per la sua gente (e a quanto pare ce ne sono molti che continuano a parlare a vanvera non conoscendo appunto la storia e la fede granata), bastano due parole per capirlo: identità e orgoglio. La maglia granata, che corre sui campi da gioco di tutto il Paese, è molto più di un simbolo sportivo, è il vessillo di una comunità che vive il calcio con un sentimento profondo, istintivo, viscerale. È un amore senza confini né padroni, che rifiuta etichette e regole rigide. Un amore fuori dagli schemi, impossibile da imbrigliare nella logica o nella retorica. E quando si parla del cavalluccio marino, diventa naturale comprendere come Salerno e la Salernitana siano due aspetti inseparabili della stessa anima.
I tifosi la chiamano affettuosamente Sua Maestà, un titolo non casuale visto che, oltre cento anni fa (106 per la precisione), la squadra entrò nel cuore dei salernitani, quando il calcio era ancora solo un passatempo. Era il 19 giugno 1919 quando un gruppo di appassionati sognatori ebbe l’intuizione di creare una squadra capace di rappresentare Salerno in giro per l’Italia, portando con sé l’orgoglio e l’identità della città. Da quel momento è trascorso oltre un secolo. Un secolo fatto di sfide memorabili (dal quella al Grande Torino alle più recenti contro Milan, Inter e Juventus, oltre ai derby col Napoli), di gioie immense ma anche di delusioni e amarezze. Eppure, nonostante tutto, i salernitani hanno custodito gelosamente la grandezza di una fede che non conosce compromessi. La Salernitana è festa per i salernitani e lo è da oltre 100 anni e per questo certe dichiarazioni esternate da personaggi che non sanno nulla di calcio ma che si sentono ugualmente in diritto di giudicare ed esporre fatti totamente errati, sono azzardate, ridicole e vergognose.
"Salerno vive la sua squadra in modo totale, quasi viscerale", ha raccontato tempo fa il sindaco Vincenzo Napoli a Sportweek, nel corso di un reportage sulla squadra granata. "La Salernitana incarna l’essenza della salernitanità, il radicamento nei vicoli del centro storico, la memoria del passato, il rispetto per chi ci ha preceduti". "Da noi l’amore per la Salernitana si eredita", ha aggiunto il tifoso Alessandro Nicastro, "Si trasmette come un cognome, come un tratto di famiglia". Di padre in figlio, dal 1919.








