Salernitana, la continuità ricetta fondamentale per arrivare all'obiettivo
C’è una Salernitana che sa vestirsi da squadra "cattiva", e ce n’è un’altra che, appena intravede il traguardo, si scopre con il braccino corto. È il riassunto più fedele del 2-1 al Foggia: successo meritato, sofferto oltre il necessario, utile a rimettere in moto l’"Arechi" dopo quasi due mesi di pareggi casalinghi, ma anche spia luminosa di un rendimento troppo altalenante e di un istinto da killer che continua a non essere stabile come dovrebbe. In prossimità del giro di boa, almeno una risposta arriva: niente approccio molle, niente primo tempo "regalato" agli avversari. Giuseppe Raffaele sceglie di non irrigidirsi su modulo e interpreti e propone una versione inedita di 4-2-3-1 a trazione anteriore, con una Salernitana aggressiva, propositiva, emotivamente dentro la partita. La squadra di casa lavora con continuità e qualità sugli esterni, trovando ritmo e presenza in zona goal: l’azione si sviluppa con efficacia e, nel momento migliore, arriva il doppio graffio dell’improvvisato goleador Capomaggio, capace di trasformare la spinta granata in due colpi pesanti.
In previsione dell'anno nuovo e del girone di ritorno, ancor prima di imbattersi sul mercato delle occasioni ma anche dei tranelli, il must in casa granata deve essere soltanto uno: trovare continuità di risultati e di riflesso anche rendimento. Sicuramente per poterlo fare c'è bisogno di supporto. Il reparto che ha bisogno di più sostegno è la difesa: per una squadra che sogna il grande traguardo, i goal presi sono troppi e pesano come macigni. Gli investimenti estivi nel reparto sembrano non reggere l’asticella e con le eventuali uscite di Coppolaro e Frascatore occorre affidarsi ad usato sicuro. Anche il centrocampo va irrobustito: alcuni componenti meritano una valutazione senza sconti. Perchè la fotografia della gara col Foggia dice tutto: in superiorità numerica, avanti 2-1, la Salernitana non ha chiuso la partita e ha rischiato la beffa. E allora sì, diventa quasi un obbligo inseguire anche un attaccante che porti goal e cattiveria e non si culli sugli allori di ingaggi fuori portata per la categoria. Le ultime parole di Faggiano indicano una linea precisa: il mercato dovrà essere chirurgico, e la squadra dovrà crescere in solidità. Perchè ambire in alto significa non accontentarsi del risultato, ma pretendere anche una prestazione all'altezza.






