Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroMondiale per ClubCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
Esclusiva TMW

Buscè 'racconta' Fazzini: "Ha sempre avuto qualcosa in più, Fiorentina step giusto per lui"

Buscè 'racconta' Fazzini: "Ha sempre avuto qualcosa in più, Fiorentina step giusto per lui"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 17:00Serie A
di Paolo Lora Lamia

Fiorentina molto attiva sul mercato. Dopo Edin Dzeko, presto i viola potrebbero chiudere per Jacopo Fazzini. Del talento scuola Empoli ha parlato a TuttoMercatoWeb.com Antonio Buscè, tecnico che lo ha allenato e visto crescere proprio nel vivaio azzurro.

Fazzini verso la Fiorentina: crede che sia pronto per questo salto?
“Credo proprio di sì. Ha fatto vedere il giocatore che è, anche quest’anno in cui ha dovuto superare qualche problema fisico. Nel momento in cui è rientrato e ha ripreso la condizione, nelle ultime 7/8 partite ha fatto 5 gol. Questo la dice lunga sul valore che ha questo ragazzo. Quando sta bene sotto l’aspetto fisico, riesce a fare delle ottime partite e delle cose in campo che alla sua età pochi giocatori fanno. Credo che possa essere la condizione giusta approdare in un club dove hanno altre ambizioni”.

Firenze è una piazza calda, che dà tanto ma pretende altrettanto: crede che a livello mentale possa soffrire l'impatto con un club del genere?
“Io credo che ogni giocatore, quando fa gli step successivi per alzare il livello, debba abituarsi anche a questo sennò si rimane sempre in quel bivio. Fazzini l’ho visto anche l’altra sera in Under 21: ha toccato 100 palloni e ha cercato sempre di determinare, nella partita e nelle giocate. Credo che, per crescere, un giocatore debba fare questo step. Ho avuto la fortuna di allenarlo da piccolino, quando aveva 13/14 anni: si vedeva che era un ragazzo portato per diventare un giocatore importante a livelli importanti. I giocatori bravi devono fare questo: per crescere, devono accettare di andare in società dove ci sono 30.000 persone allo stadio e dove ricevi anche qualche fischio e qualche critica in più. Un giocatore forte non lo è solo in campo sotto l’aspetto tecnico, ma anche sotto l’aspetto mentale. Credo che Fazzini non abbia questo problema: fin da piccolo, ha sempre dimostrato di avere la testa più grande rispetto all’età che aveva e lui è consapevole di questo”.

Lei lo ha allenato durante il suo percorso nelle giovanili dell’Empoli: si aspettava che potesse avere una carriera del genere?
“Io l’ho allenato 3 anni e in 3 anni con Fazzini abbiamo vinto 2 titoli nazionali: Under 16 e Primavera. Insieme a Fazzini, altri talenti che l’Empoli piano piano ha mandato su in prima squadra e adesso fanno carriere straordinarie. Quando hai un talento tra le mani, te ne accorgi. La difficoltà è il campo sotto l’aspetto tecnico, ma anche al di fuori del campo dove questi ragazzi crescono, arrivano ad un’età un po’ particolare e se non hai la testa sulle spalle ti perdi. Il ragazzo che ha la testa sulle spalle lo vedi subito, perché raggiunge quell’età e continua a fare quello che faceva a 13/14 anni. Fazzini, quando l’abbiamo portato in Primavera, era sotto leva: tuttavia, quando lui era in campo, sembrava un giocatore che aveva una testa con qualche anno in più rispetto a giocatori già in età da Primavera. Lì conta l’aspetto tecnico e in campo lui ti dava qualcosa in più sotto tutti i punti di vista. Non mi meraviglio che Fazzini, dopo appena un paio d’anni in prima squadra ad Empoli, sia stato adocchiato da club importanti. È stato uno di quei ragazzi che ha dimostrato di poter stare a quei livelli”.

Qual è, secondo lei, la posizione in cui si esprime al meglio?
“Lui è un giocatore che, se gioca da mezzala e parte un po’ più lontano dalla porta, è molto molto bravo. Ha bisogno di guardare il campo, di vedere i compagni e la porta avversaria. Può anche stare 15/20 metri più avanti, ma non è la caratteristica di Fazzini: è bravo a inserirsi, a capire i tempi di gioco, a smarcarsi e a capire dove andare ad occupare lo spazio che lasciano i compagni. Quando giocava con me, quello era il suo ruolo: lui ama partire da mezzala, per poi diventare un trequarti aggiunto o un esterno che va a sinistra per poi rientrare dentro al campo per ricevere palla. È molto bravo anche nell’uno contro uno, sa spostarsi la palla e metterla dentro con qualità. Lui faceva questo: a volte, senza dire nulla di tattico sulla posizione, andava a trovarsela da solo. Per un giocatore, è un qualcosa che è un valore aggiunto: senza dire dove posizionarsi, sa dove deve andare. Io li chiamo talenti”.

C'è un aspetto del suo gioco in cui, a suo giudizio, deve migliorare maggiormente?
“Quando si alza lo step, il migliorarsi è all’ordine del giorno. Anche lui lo sa, il migliorarsi tutti i giorni è una crescita che deve avere. È in un’età giusta e, fra un anno o due, diventerà quasi un giocatore completo. Alzando lo step, si alza la difficoltà: la Fiorentina gioca in Europa e ha una mentalità diversa rispetto ad una squadra come l’Empoli, che in Serie A punta a salvarsi. Credo che debba migliorare in tutto, come ha fatto vedere in questi due anni che non era più un giocatore da Primavera. È diventato un giocatore da prima squadra a Empoli e ora, con questo passaggio alla Fiorentina, credo che diventerà un giocatore da Fiorentina. Non mi meraviglio: la crescita di questo ragazzo è stata esponenziale, le sue qualità le ha migliorate e può crescere ancora molto a livello fisico, di maturità e di esperienza. È un 2003, anche se da altre parti i 2003 giocano a livello internazionale. Credo che sia l’età giusta per andare a fare qualcosa di diverso”.

In caso di fumata bianca con la Fiorentina, lascerà un Empoli che ha chiuso la stagione con la retrocessione in B: quanto è mancato agli azzurri Fazzini, alle prese nei mesi scorsi con diversi infortuni?
“Sono giocatori che nel contesto Empoli fanno comodo e fanno la differenza. Non lo scopro io: l’Empoli da anni e anni sa cosa vuol dire far crescere i giovani. Fazzini è il frutto di un lavoro di 6/7 anni, l’Empoli sa che deve fare questo con chi magari ha qualcosa in più rispetto agli altri. Magari un anno storto può succedere, ma non deve compromettere il lavoro che fa su questi ragazzi. Ho avuto la fortuna di allenare tanti di questi giovani e so cosa vuol dire. Credo che sia mancato e l’ha dimostrato: quando lui è rientrato e stava bene sotto l’aspetto fisico, fare 4/5 gol in Serie A in 6/7 partite non è da tutti. Può succedere più agli attaccanti di razza, mentre Fazzini ha un ruolo diverso: la classica mezzala moderna. Qualche anno fa si guardava Lampard, oppure De Bruyne negli ultimi 3/4 anni al Manchester City: quelle mezzeali che fanno la differenza al momento opportuno, magari nelle giornate in cui gli attaccanti fanno un po’ fatica. Ripeto, io non mi meraviglio se per Fazzini si va a concretizzare Firenze e non mi meraviglierei di vederlo in un Milan o, visto che se ne parlava fino a qualche settimana fa, nella Lazio. Squadre quindi che vanno ad approdare in Europa”.

© Riproduzione riservata
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile