Di cuore, di carattere: Chivu ha plasmato il Parma, Ondrejka l'ha salvato

Per chi volesse un riassunto della stagione del Parma, basta riavvolgere il nastro e rivivere la serata di ieri. La rocambolesca vittoria contro l'Atalanta è il film perfetto di un campionato fatto di sofferenza e difficoltà, ma anche di imprese e soddisfazioni, con una grande liberazione finale. Ad inizio stagione, era difficile immaginarsi un'annata così: l'obiettivo minimo era la salvezza, un traguardo da ottenere per dare un senso ai grandi investimenti fatti dalla proprietà e soprattutto per alimentare l'ambizioso progetto del presidente Krause. Alla fine il Parma c'è riuscito solo in extremis, facendo esplodere la gioia di tutto il popolo gialloblu. Nel mezzo però ci sono stati diversi incidenti di percorso: infortuni, cambi d'allenatore, qualche contestazione e novità anche in società. Ma alla fine è stata l'unione di intenti e la voglia di Serie A che hanno permesso a questa squadra di tirare fuori le ultime energie e conquistare l'obiettivo.
Perché la gara di ieri è il film del campionato? A Bergamo il Parma era partito nel migliore dei modi, con convinzione e idee, esattamente come nella prima parte della stagione. Poi però si è perso, staccando la spina e commettendo errori che hanno permesso a Maldini di segnare due gol in due minuti. All'intervallo, con il Parma sotto di due gol e con i preoccupanti risultati sugli altri cambi, la squadra di Chivu è stata nuovamente vicina al ritorno in Serie B. Allo stesso modo, diverse volte in questa stagione il Parma ha gravitato pericolosamente vicino alla zona retrocessione, soprattutto ad inizio 2025, quando nel punto più basso si è deciso di cambiare allenatore. A far la differenza e cambiare l'inerzia sono state proprio le scelte: fuori Pecchia dentro Chivu, oltre agli innesti decisivi dal mercato, che hanno risollevato una squadra in crisi. Anche ieri, la partita è cambiata grazie ad alcune decisioni azzeccate: in particolare i due cambi, Hainaut e Ondrejka, che hanno segnato le reti che, alla fine, hanno salvato il Parma.
La squadra di Chivu non si è solo salvata, ma si è andata a prendere la salvezza, con una vittoria, l'unico risultato che garantiva la permanenza in massima serie senza dipendere dagli altri campi. Un traguardo ottenuto con una reazione di cuore, di carattere e di gruppo. Ci voleva personalità per andare a riprendere una partita così e il Parma, dopo una stagione in cui, giustamente, è stato criticato per la sua tenuta mentale, ha tirato fuori all'ultimo il carattere per andare a ottenere una vittoria e una salvezza meritata. Il lungo filo rosso che collega la notte di Bergamo all'intera stagione passa anche per i singoli. Partendo dai due migliori in campo a Bergamo: Pellegrino e Ondrejka. I due acquisti migliori del mercato invernale, che con i gol, ma soprattutto con la loro energia, hanno riacceso un Parma spento, orfano dell'estro di Man e delle giocate di Mihaila e, per lunghi tratti, anche di Cancellieri.
Lo svedese in particolare, con la doppietta di ieri è diventato, inevitabilmente, uomo copertina della salvezza del Parma. L'esterno in sole 12 presenze è diventato il secondo miglior marcatore del Parma, con 5 centri, solo uno in meno di Bonny. Tutti gol pesanti, tutti contro big: il primo contro l'Inter, valso un punto, con un tiro deviato in porta da un difensore avversario. Poi la doppietta all'Olimpico contro la Lazio e infine i due gol che hanno portato alla vittoria salvezza di ieri. Il secondo, peraltro, molto simile al primo contro l'Inter, con un tiro deviato da un difensore avversario, quasi come a chiudere un cerchio. Alla fine è stato lui l'uomo del destino, il giocatore decisivo nei momenti chiave della rinascita del Parma.
L'altro uomo del destino non può che essere Cristian Chivu. Il tecnico rumeno si è presentato nel modo migliore alla Serie A: da esordiente nel calcio dei grandi, dopo le esperienze nei settori giovanili, ha preso una squadra in zona retrocessione, con il morale a pezzi, e ha saputo ravvivarla, portandola alla salvezza. Con il lavoro, ha fatto ricredere tutti gli scettici, che avevano criticato l'arrivo di un allenatore inesperto. La chiave è stata la capacità di entrare nella testa dei giocatori, tirando fuori il meglio dai singoli e soprattutto riaccendendo la fame di un gruppo sfiduciato. Ci sarebbero da mettere in evidenza aspetti tattici, come un cambio di modulo che ha ridato compattezza ad una difesa colabrodo, ma Chivu stesso non esiterebbe a parlare dell'aspetto mentale come quello decisivo per la salvezza. La svolta è stata proprio nell'atteggiamento e nell'approccio avuto: è stato schietto, diretto, ha saputo toccare le giuste corde per ridare consapevolezza e ricompattare il gruppo, trasmettendo quel senso di appartenenza che si era un po' perso. Con grande umiltà e serietà, l'ex Inter ha inculcato la sua mentalità nel gruppo: i suoi ragazzi, nell'ultima gara della stagione, hanno tirato fuori l'anima del loro allenatore, andando a prendersi una salvezza di cuore e carattere.
